lunedì 30 marzo 2020

Croazia 2019 - 6° giorno - da Pag a Nin

dunque, siamo a Pag, sempre in Dalmazia,
e più precisamente nella Regione Zaratina


e mannaggia ...
i panni sono ancora in gran parte bagnati dal diluvio di ieri,
per non parlare delle scarpe, dove ci nuotano ancora i calamari,
oggi ci vorrebbe proprio un pò di venticello per asciugarli bene ...

- come dice signora? ah, fuori sta tirando la bora? ed è meglio se rimandiamo la partenza?
- che cul ... ehm, ma no, ma cosa dice, così si asciugano meglio i nostri panni ...
- vabbè fate un pò come volete, ma poi non dite che non ve l'avevo detto, e comunque la colazione è pronta


e comunque alla fine di tutto,
un doveroso grazie alla signora che ci ha ospitato e asciugato,
per l'ospitalità,
per la comprensione per il disagio creato,
per la presenza delle nostre biciclette nel suo salotto,
per i panni stesi nel vano scala,
per l'abbondante colazione,
e per i consigli non ascoltati di non partire nonostante la bora ...


un'ultimo sguardo alla città di Pag da asciutta,
beh, vedi che con il sole si vedono anche tanti dettagli che ieri sotto al diluvio non c'è stato il tempo di notare,
ad esempio il rosone della chiesa che si affaccia sulla piazza principale, che dicono serva da motivo d'ispirazione per i famosi merletti paghesani prodotti dalle signore del paese.


e vabbè dai, vento o non vento, 
partire partiremo, partir bisogna ...
... Gigina cara Gigina bella? 
no, quella era un'altra cosa,

ora l'obiettivo è quello di uscire dall'isola passando dal Ponte di Pago (Paški most), 
si perchè l'isola in realtà è collegata alla terraferma nello stretto di Giuba
roba che se lo si viene a sapere da noi in Italia fanno subito il ponte sullo stretto di Messina.

E ovviamente quando tira la bora forte come oggi, il ponte è chiuso al passaggio dei veicoli, o, per meglio dire, non è chiuso nel senso che non si può passare, diciamo che ne è fortemente sconsigliato il passaggio, poi se quando ci sei sopra ti ritrovi a volare via, diciamo che sei stato avvertito e sono cavoli tuoi.

Praticamente il vento è talmente forte che non si riesce neppure a stare in equilibrio sulla bicicletta, che pure è ben zavorrata, per cui percorriamo il tratto di strada che ci manca per arrivare al ponte spingendo la bicicletta a piedi, e usandola come contrappeso per non rovesciarci.
 

eccoci arrivati, 
quella è Punta Fortizza, con le rovine della torre d'osservazione veneziana,
proprio davanti al ponte che dobbiamo attraversare




vabbè ragazzi,
in un modo o nell'altro il ponte l'abbiamo superato,
che vogliamo fare? sta anche ricominciando a piovere ...

beh, ripariamoci per un pò in questa baracchina intanto che spiove


 e approfittiamone per asciugare i panni ...


ecco vedi?
non piove più, si riparte.

Siamo in continente ora,
e ci dirigiamo verso Zara, anche se mi sa che oggi non riusciremo a raggiungerla, abbiamo perso troppo tempo per colpa della bora ...

e guarda invece che bel paesino che c'è da quella parte, 
è un isolotto all'interno di una piccola baia,
perchè non deviamo un pò e ci dirigiamo lì per pernottare? 
com'è che si chiama? 
 

Nona (Nin),
e sembra essere una delle città più antiche della Croazia.




questa sotto è la Chiesa di Santa Croce (Crkva svetog Križa), dicono sia la cattedrale più piccola del mondo


- oh, salve,
- lei dev'essere il Duca Branimir


- e mi scusi signor duca Branimir, sa mica dove posso trovare il vescovo Gregory di Nin (Grgur Ninski) e il suo famoso alluce?
- sempre diritto per 200 metri, poi a destra ed è subito lì?
- Ah, grazie.



 A domani.






2 commenti:

  1. Ma ti devo insegnare tutto! Quando c'è così tanto vento si monta lo spinnaker e via di poppa.
    Che la poppa è sempre una bella cosa, no?
    Però che gentili che sono stati gli indigeni e dire che invece in molti ho sentito lamentarsi dei modi un po' bruschi riservati dai croati a noi italiani. Anche se per la verità quella volta che andammo ad Arbe anche noi ci trovammo molto bene.
    E poi anche l'idea di fare le cattedrali così piccole, in modo da poterle visitare in quattro e quattr'otto e poter riprendere subito a pedalare sotto ii colpi della bora, mi sembra un'idea molto cortese.
    Certo, non ho capito molto bene il senso delle due statue che giocano a baseball. Non erano forti nella pallanuoto i croati?

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  2. no, è che nella sacca dove avrei dovuto portare lo spinnaker ci avevo messo le mutande di ricambio ... certo ... avrei potuto provare lo stesso anche con quelle se di andava via di poppa o no.
    Comunque devo dire che per quanto ci riguarda siamo stati sempre accolti molto bene dai croati, poi vabbè, la signora è stata super iper gentilissima e ci ha praticamente lavato, stirato e cibato ... però nelle condizioni in cui eravamo avremmo mosso a pietà anche un grizzly.
    Ah, ecco cosa facevano le due statue, non avevo mica capito che giocavano a baseball, che stupido, d'altra parte mi ero concentrato sull'alluce del vescovo e mi è sfuggito il contesto.

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