martedì 11 dicembre 2018

Atlante delle Isole Remote - 19/50 - Oceano Indiano - "Tromedin"

"Durante il viaggio una tempesta porta fuori rotta la Utile. La nave si incaglia sul fondo, si infrage contro la scogliera di questa piccola isola, una striscia di spiaggia con qualche palma, lunga appena due chilometri e larga ottocento metri, chiamata Isola di Sabbia. Quasi tutti quelli che riescono a mettersi in salvo a terra sono feriti o mutilati e sembrano più dei fantasmi che degli uomini".



Isola Tromelin (Francia)

15° 53' S

54° 31' E

Superficie: 0,80 kmq
Popolazione: 4 abitanti




L'isola di Tromelin, all'inizio chiamata île des Sables, è un'isola quasi completamente disabitata, di meno di 1 km², che si trova nell'Oceano Indiano, a est del Madagascar.

Appartiene alla Francia, ma è rivendicata dalla Repubblica di Mauritius
non ha porti né approdi, offre solo ancoraggio al largo e non è abitata in modo permanente.
Ha una pista di atterraggio non asfaltata di 1200 metri di lunghezza. 
Si tratta di un isolotto corallino e sabbioso, di forma quasi piatta di mandorla, il punto più alto raggiunge a malapena i sette metri, con poca vegetazione e senza acqua.


Fu scoperta nel 1720 dal navigatore francese "Jean Marie Briand de la Feuillée", al comando della nave della Compagnia delle Indie Orientali "Diane", che le diede il nome di Ile des Sables.
   
La notte del 31 luglio 1761, il vascello «Utile» della Compagnia francese delle Indie Orientali fece naufragio al largo dell’isola delle Sabbie. Il capitano Jean de la Fargue aveva portato in Madagascar riso e buoi, ma invece di ripartire per le Mauritius con un carico di zucchero e caffé aveva stipato a bordo 160 schiavi malgasci. Comprati a 30 piastre l’uno, voleva rivenderli a 70. Ma le cose andarono male. La tempesta sorprese l’«Utile» durante la navigazione notturna. Un centinaio di francesi riuscirono a raggiungere la riva. Degli schiavi, oltre 70 annegarono imprigionati nelle gabbie. Altri 30 morirono di privazioni nei primi giorni dopo il naufragio, quando a terra non era stato ancora scoperto il pozzo di acqua salmastra, miscuglio di dolce e salata. Nei mesi successivi, francesi e schiavi si nutrirono delle riserve recuperate dal relitto, di uccelli e tartarughe, e costruirono una barca per riprendere la via del mare. Il 27 settembre 1761 la "Providence" partì diretta alle Mauritius, con a bordo i francesi stipati come sardine. Tutti gli schiavi, una sessantina, rimasero a terra, con viveri per tre mesi e la promessa che presto qualcuno sarebbe tornato a prenderli.

Promessa non mantenuta.
I soccorsi si avvicinarono solo nel 1775, e per due volte non riuscirono a sbarcare. Il 29 novembre 1776, finalmente, la corvetta «Dauphine» del capitano Jacques-Marie Lanuguy de Tromelin riuscì a fare approdare una piroga e una scialuppa. Quindici anni dopo il naufragio, solo sette donne e un bambino di otto mesi, sopravvissuti non si sa come, furono tratti in salvo, e l’isola delle Sabbie divenne Tromelin.


Si trovano diverse pubblicazioni in lingua francese che raccontano questa triste storia, eccone alcune: 




Tra il 1953 e il 1954 furono costruiti una stazione meteorologica e le dipendenze per il suo personale, anche se oggi funziona automaticamente. Intorno, allo stesso tempo, sono state piantate alcune palme.

Negli anni 2007 e 2013 sono state effettuate diverse spedizioni archeologiche sponsorizzate dall'UNESCO, che hanno scoperto quasi tutto ciò che sappiamo sui naufraghi che erano stati abbandonati.

Nel giugno 2010, Francia e Mauritius hanno raggiunto un accordo di cogestione per Tromelin, un accordo che, ad oggi, è ancora in attesa di ratifica.



Attualmente sull'isola c'è un piccolo distaccamento di soldati francesi e periodicamente meteorologi e tecnici vengono a svolgere lavori di manutenzione nelle strutture meteorologiche e di annessi.