domenica 19 marzo 2023

Atlante delle Isole Remote - 46/50 - Oceano Pacifico - "Takuu"

    "Nessun missionario o ricercatore può mettere anche solo un piede su quest'isola. Gli abitanti di Takuu desiderano rimanere tra di loro, fedeli al proprio credo. Hanno bisogno della vicinanza degli spiriti, che un tempo costruirono questo atollo dalle ossa di Oceano, e di quella degli avi che da allora lo proteggono: un anello friabile di sabbia, appena un metro sopra le maree."


Takuu (Papua Nuova Guinea)

4° 45' S

156° 59' E

Superficie: 1,4
 kmq

Popolazione: 560 abitanti




E però insomma, questo atollo sta lentamente scomparendo in seguito all'innalzamento del livello del mare e ai fenomeni legati al cambiamento climatico.

Le isole dell'atollo sono infatti molto basse, e anche se il livello dell'acqua non aumenta di 20 cm all'anno come qualcuno ha sostenuto, gli abitanti dell'isola sono comunque abbastanza preoccupati.
Il mare sta già distruggendo i giardini che nutrono le persone e man mano che il sale diventa più teso, la capacità delle persone di sopravvivere svanisce.


I giardini producono taro e taro gigante, mentre la lente d'acqua dolce dell'isola, che sostiene la vita umana, sta diventando salmastra.


Takuu muore lentamente o rapidamente, ma muore comunque.






La gente di Takuu ha tradizionalmente attribuito grande valore al mantenimento delle loro pratiche indigene e dei siti religiosi. Per proteggere l'isola dalle influenze esterne, il capo ha bandito i missionari cristiani negli ultimi 25 anni.

Solo a quattro ricercatori è stato permesso di trascorrere del tempo sulle isole in quel periodo. Il divieto è stato revocato solo negli ultimi cinque anni, quando i giovani isolani che avevano vissuto e studiato sulla terraferma della Papua Nuova Guinea sono tornati in patria.

Un certo numero di chiese sono state ora stabilite su Nukutoa, l'isola principale delle 13 che formano l'atollo.







La vita tradizionale continua ancora oggi a Takuu.


Le tradizionali case dal tetto di paglia si ergono in file affollate, così vicine l'una all'altra che le gronde quasi si toccano. Ci sono pochi alberi sull'isola a parte le palme da cocco, e la strada principale funge da marae, uno spazio per le cerimonie rituali.


La musica è ancora una parte fondamentale della vita su Takuu. A causa del lungo periodo di isolamento, molti dei canti, delle storie e delle danze indigene sono sopravvissuti.


Il dottor Richard Moyle del "Queensland Conservatorium Research Centre" ha passato anni a documentare e compilare il loro linguaggio e la loro musica.


Moyle, la principale autorità del Pacifico sulla musica tradizionale, ha visitato Takuu per anni, compilando un dizionario e la sua grammatica e musica.


La sua ultima visita lo ha lasciato pessimista e scioccato dai cambiamenti che hanno colpito l'isola che si sta lentamente spopolando e non riesce più ad essere autosufficiente.


martedì 28 febbraio 2023

Atlante delle Isole Remote - 45/50 - Oceano Pacifico - "Isola del Cocco"

   "Un'isola, due carte, tre tesori. August Gissler è sicuro di riportarlo alla luce, l'oro delle scorrerie delle navi battenti bandiera nera, la refurtiva di Edward Davis, il bottino di Benito Bonito e il tesoro di Lima con la madonna a grandezza naturale di oro massiccio. Il figlio dell'industriale di Remscheid, che preferì diventare marinaio piuttosto che direttore di una cartiera, osserva le croci sulle carte e studia le indicazioni: "Nell'angolo più a nord-est della baia di Wafer, in una piccola grotta ai piedi della rupe a tre punte, duecento piedi dietro la linea dell'alta marea"."


Isola del Cocco (Costa Rica)

5° 32' N

87° 4' O

Superficie: 24
 kmq

Popolazione: disabitata



A quanto pare nel periodo fra il XVII e il XIX secolo, andava di moda fra i pirati andare a seppellire i propri bottini nei meandri di questa disabitata isola costaricana.

Ne consegue ovviamente che la moda immediatamente successiva sia stata quella di andare a cercare i tesori dei pirati su quell'isola, seguendo le mappe più o meno farlocche che indicavano il punto preciso dove recuperarli.


A parte che seguire la mappa di un pirata che si fa chiamare Benito Bonito (Bennet Graham) che ha tutta l'aria di essere un bel burlone, mi sa già di una bella fregatura ... e infatti nel punto dove disse di averlo nascosto nel 1824, sotto le scogliere della Wafer Bay, nessuno trovò mai niente.

E non trovò niente nemmeno il ricercatore August Gissler, che fu governatore ufficiale dell'isola nel 1897, e che dedicò buona parte della sua vita fino al 1908 a scavare buche qua e là sull'isola, seguendo tutte le carte che gli riuscì di trovare.
Gissler era poi convinto che sull'isola fosse nascosto anche il leggendario tesoro Inca di Atahualpa,  e per scovarlo suddivise l'isola in cento quadrati, scandagliando metodicamente ciascuno di essi finché la vanga non incontrava la superficie rocciosa.

A dire il vero qualcosa trovò dopo avere scavato per vent'anni ... sei monete d'argento, ma evidentemente non furono sufficienti per continuare a scavare.

Spiaggia di Chatam


Un altro dei famosi tesori che dovrebbe essere nascosto in quest'isola è il "Tesoro di Lima": nel 1820, per sfuggire all'armata Cilena che stava per invadere la città spagnola di Lima, si pensò bene di caricare tutte le immense ricchezze della città sul brigantino "Mary Dear", comandato dal rispettato capitano britannico William Thompson, al quale non sembrò vero di uccidere i soldati ed il prete che erano a bordo, gettare i cadaveri in mare e fuggire verso l'isola del Cocco seppellendo il tesoro suddiviso in 12 casse. 

Dopo qualche peripezia Thompson riuscì a sfuggire agli spagnoli che gli davano la caccia e a ritornare a casa dove, unico superstite della spedizione, rivelò in punto di morte ad un navigatore olandese di nome John Keating il luogo dove era sepolto il tesoro. Keating fece tre spedizioni nell'isola del Cocco, portando a casa ogni volta modeste quantità d'oro, e pure lui, una volta anziano trasmise le informazioni a Nicolas Fitrzgerald, il quale a sua volta le vendette a un australiano di nome Curzon Howe.




L'ultimo dei tesori sembra appartenesse ad un certo William Davies, che lo nascose nell'isola nel 1684; anche questo mai trovato.


Nel tempo si sono susseguite almeno 300 spedizioni di vario tipo, ma nessuna di esse, almeno ufficialmente, ha riportato il successo sperato. 

L'ultima spedizione risale al 1992.

Ora l'isola è una Riserva Naturale e dal 1997 è diventata patrimonio dell'umanità dell'UNESCO per cui se siete alla ricerca di un tesoro, nisba, dovete andare da un'altra parte a cercarlo.


Squalo martello smerlato


Se invece siete degli amanti delle immersioni in mezzo agli squali, allora potete aggregarvi a qualche escursione organizzata, però occhio che mordono, nel 2017 uno squalo tigre femmina uccise una imprenditrice newyorkese che si stava immergendo nei pressi dello scoglio Manuelita.


Isola Manuelita



venerdì 24 febbraio 2023

Atlante delle Isole Remote - 44/50 - Oceano Pacifico - "Pagan"

  "La dove la placca pacifica si insinua sotto quella filippina e la fossa delle Marianne si spalanca per chilometri di profondità nella Terra, si erge una catena montuosa sottomarina: sono le montagne più alte del mondo, con cime vulcaniche fumanti che spuntano dal mare. Due di queste montagne di fuoco formano Pagan, un'isola doppia, unita da un istmo. Nel punto più sottile, l'isola è larga soltanto alcune centinaia di metri. Ai piedi del monte Pagan, situato a nord, si trova il villaggio di Shomushon. I suoi abitanti chiedono di essere evacuati, perché da qualche tempo dalla cima del vulcano esce del fumo e la terra trema in continuazione. Ma nessuno presta loro attenzione; il vulcano non è pericoloso, dicono."


Pagan Isole Marianne (Stati Uniti)

18° 7' N

145° 46' E

Superficie: 47,2 kmq

Popolazione: disabitata





E invece avevano ragione loro, 

i pochi abitanti dell'isola, 

e così il 15 maggio del 1981 il vulcano Pagan entra in attività, 

con quella che risulterà poi essere l'eruzione più grande della sua storia. 


Dopo un ultimo disperato SOS ed essersi riparati dietro un crinale, gli abitanti vengono soccorsi in tempo da un aereo, prima che le capanne del villaggio Shomushon vengano spazzate via dalla furia dell'eruzione. 

Da allora nessuno abita più nell'isola, che si presenta come una enorme colata lavica di venti milioni di tonnellate.






lunedì 30 gennaio 2023

Atlante delle Isole Remote - 43/50 - Oceano Pacifico - "Tikopia"

 "Gli uomini abitano quest'isola da 3000 anni, è così piccola che l'oceano si ode persino stando al centro di essa. Gli abitanti di Tikopia pescano il pesce nel lago di acqua salmastra e i crostacei in mare. Coltivano igname, banani e la gigantesca taro e sotterrano i frutti dell'albero del pane per i periodi peggiori. Tutto questo basta per milleduecento persone, ma non di più. Quando un ciclone o una dura siccità distruggono il raccolto, molti scelgono una morte veloce. Le donne non sposate si impiccano o nuotano verso il mare aperto e alcuni padri intraprendono con i loro figli un viaggio per mare, con la canoa aperta, dal quale non faranno ritorno. Preferiscono morire in alto mare piuttosto che lentamente di fame a terra."


Tikopia Isole Santa Cruz (Isole Salomone)

12° 18' S

168° 50' E

Superficie: 4,7 kmq

Popolazione: 1200 abitanti




Insomma, questa isoletta vulcanica abitata fin dai tempi preistorici, ha dovuto fare seriamente i conti con le materie prime messe a disposizione dalla pesca e dall'agricoltura e attivare rigide politiche di controllo demografico per evitare l'aumento della densità di popolazione. 

Per dare un'idea del fragile equilibrio del sostentamento sull'isola, nel 1600 la popolazione si accordò per uccidere tutti i maiali presenti sull'isola e sostituirli con la pesca ... questo perchè i maiali avevano bisogno di troppo cibo che poteva invece essere mangiato dagli abitanti dell'isola. 

Sono sati indubbiamente un esempio di come risolvere il problema della sostenibilità, al contrario di quanto è stato fatto invece nell'Isola di Pasqua dove l'intera isola è stata disboscata per la realizzazione di Moai sempre più grandi, causando una vera e propria catastrofe ecologica.




Nel 2018 il re dell'isola fa la sua prima visita nel mondo occidentale per condividere le sue preoccupazioni sul riscaldamento globale che colpisce la sua isola, e lo fa presentando il film documentario "NOUS TIKOPIA", dichiarando alla stampa che una volta l'isola subiva un ciclone ogni dieci anni, oggi ogni due.




La conversione dell'isola al cristianesimo è avvenuta nella prima metà del seecolo scorso, e, se da un lato questo ha comportato l'abolizione del controllo delle nascite come era avvenuto fino ad allora in maniera "tradizionale", dall'altro ha avuto la conseguenza di creare un aumento del 50% della popolazione, da 1.200 abitanti nel 1920 a 1.800 nel 1950. 

Ovviamente questo ha creato un fenomeno di emigrazione della popolazione dall'isola verso altri luoghi delle Isole Salomone.


domenica 15 gennaio 2023

Atlante delle Isole Remote - 42/50 - Oceano Pacifico - "San Giorgio"

"Il suo aspetto era strano e meraviglioso allo stesso tempo. La vacca di mare del nord, che fu vista soltanto da Georg Steller e dai cacciatori che in seguito la sterminarono, deve aver vissuto qui, su quest'isola, nel mare di Bering. Di essa sono rimaste solo un paio di carcasse, due brandelli di pelle e il rapporto che Steller scrisse allorchè naufragò con la seconda spedizione di Vitus Bering in Kamcatka: la ritina appartiene all'ordine dei sirenia. E, in effetti, la vacca di mare ha la coda biforcuta e le mammelle come una sirena."


San Giorgio Isole Pribilof (Stati Uniti)

56° 35' N

169° 36' O

Superficie: 90 kmq

Popolazione: 128 abitanti



La vacca di mare o Ritina di Steller era il rappresentante di maggiore dimensione dei sirenidi, venne scoperta nel 1741 dai naufraghi della spedizione guidata da Bering, dove il medico e  naturalista tedesco Georg Wilherm Steller che faceva parte dell'equipaggio la descrisse per la prima volta. 

L'isola fu poi scoperta il 25 giugno 1786 da Gavriil Pribylov, e nello stesso anno ci fu lo sterminio della vacca di mare di Steller.

Beh, evidentemente non riuscirono nel loro intento di ammaliare i naviganti col loro canto, visto che sono stati proprio loro a sterminarle, e poi, a dirla tutta, se anche avessero voluto sarebbe stato per loro piuttosto difficile, perchè a quanto pare questo animale era muto, non emetteva alcun suono, e soltanto quando veniva ferito sospirava brevemente.




Oggi l'isola è di proprietà dell'Alaska, ed ha un solo centro abitato, sulla sponda nord-orientale, dove risiedono circa un centinaio di persone.

Questa isola ospita una delle maggiori colonie riproduttive di uccelli marini dell'emisfero settentrionale, con un totale di 2,5 milioni di uccelli, distribuiti in circa 210 specie.




Queste nella fotografia sotto sembrano foche.