venerdì 30 maggio 2014

Ridracoli - Passo del Vinco - Cà di Sopra

Dunque, dove eravamo rimasti?
Ah, già, si si è vero ...

"Nel mondo islamico la pittura intesa come rappresentazione figurativa si riduceva quasi esclusivamente all'ornamentazione libresca poiché, come è risaputo, vigeva e vige una profonda ostilità contro la raffigurazione umana, dipinta o scolpita che sia, e se il fanatismo iconoclasta non si rivolse contro le tante pagine miniate giunteci dall'Anatolia lo si deve al fatto che questi capolavori erano inaccessibili in quanto custoditi nei palazzi dei maggiori dignitari. Inoltre, la vastità stessa dell'impero osmanide implicava una molteplicità di tradizioni e culture che sovente non applicavano dogmaticamente alle arti distruttive prescrizioni religiose."

Eh?
Ah.
Uff.

Partenza da Ridracoli (FC), inteso come "Ecomuseo delle acque" perchè i soliti parcheggi in basso vicino al ponte oggi sono già strapieni, presi d'assalto da escursionisti bolognesi che hanno deciso di circumpedalare il lago.


 lungo la salita che porta al "Passo del Vinco" ci sono un paio di fontane dove abbeverarsi, questa è la prima



giunti in cima e dopo aver percorso un poco di crinale fino al "Monte Moricciona" (996 mt. slm), si gira a DX per il sentiero CAI 235, come si evince dalla segnaletica ufficiale


 e come si può intuire da quella apocrifa ...


 si segue il sentiero fino ad incontrare i ruderi di "Pratalino" (982 mt. slm)


 da dove si inizia a scorgere il Lago di Ridracoli, laggiù in mezzo alle fronde



e da dove seguiamo a DX il sentiero CAI 239







fino ad arrivare a "Cà di Sopra" (605 mt. slm) ... oasi di tranquillità e luogo dove rifocillarci




ah, che relax ...


ops, ma è vero, oggi il giro non è mica finito, bisogna continuare a scendere fino al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina, e lo facciamo seguendo il sentiero CAI 239 che costeggia il lago fino a raggiungere la Diga (561 mt. slm)


e poi giù per la strada asfaltata, fino a Ridracoli.





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venerdì 23 maggio 2014

Castel del Rio (BO) - Monte Fune

"Nel periodo storico compreso tra la fondazione dell'Impero Ottomano (1299) e la presa di Costantinopoli (1453) si verificò un regresso nell'arte pittorica turchesca, che perse gran parte dell'importanza rivestita al tempo dei principi selgiuchidi dell'Anatolia, alle cui corti erano convenuti - magnificamente ricompensati - i più grandi maestri miniatori del Turkestan e della Persia: l'arte pittorica applicata ai manoscritti selgiuchidi abbracciava infatti l'illustrazione di opere scientifiche, mediche e geografiche, ma soprattutto storiche".
Eh? Come dite?
Ah, dite che questo non è il blog sulla storia della miniatura applicata alla ornamentazione libresca?
Ops, beh, scusate tanto,
allora ricomincio da capo:

Chi volesse pedalare nei pressi di Castel del Rio (BO) può comodamente parcheggiare nei pressi del centro sportivo che è in paese, di fianco ai campi da tennis.
Se avete bisogno di qualche consiglio sui sentieri nei dintorni, i ragazzi che gestiscono il bar sono molto ben informati e prodighi di consigli.
Dal centro del paese si percorre qualche centinaio di metri lungo la Strada Provinciale 610 in direzione Fiorenzuola


 per poi girare a DX lungo la "Via delle Peschiere"







la salita incrocia la Via Montefune in corrispondenza di questa casa, dove si gira a SX continuando a salire


giunti a questo bivio si prosegue a SX in direzione Montefune


ed ecco l'arrivo a "Montefune" (715 mt. slm)


 con il delizioso borghetto circostante, molto ben curato e rigogliosamente fiorito




 proseguiamo fino alla cima del crinale adiacente continuando a seguire il sentiero CAI 727


e da qui inizia la discesa, la prima parte costruita nella pineta



per poi ritornare nei pressi del Montefune, da dove si scende un poco per la strada principale


fino a girare a DX nei pressi di questo bivio, dove, dopo avere spinto per un pochino, si riprende la discesa
DH



toh, un albero materassato, dev'essere una specie autoctona ...


e arrivo presso la chiesa di "San Miniato" a Castel del Rio, appena fuori dal centro abitato.








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giovedì 15 maggio 2014

S.Benedetto in Alpe - Colle del Tramazzo - Cozzo del Diavolo - M. Bruno - M. del Becco - Passo Peschiera - P.ggio dell'Inferno - Pian Baruzzoli - Fosso dell'Acquacheta

E' da un pò che non si va a pedalare nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,
sicchè si decide per un giro con partenza da S. Benedetto in Alpe (FC) (500 mt slm).


dal centro del paese si imbocca la strada asfaltata che porta al "Passo della Peschiera"


dove ci prepariamo psicologicamente ad affrontare i precipizi annunciati dal cartello


mah, tutti sti precipizi per ora ...


ah, ecco l'abbeveraggio obbligatorio alla "Fonte Secca"


e una volta giunti al bivio con la strada bianca che si dirige in direzione del "Monte Tramazzo", giriamo a DX


una volta arrivati in cima, giriamo a SX per il sentiero CAI 553

fino ad arrivare, spingendo la bici, ad incrociare il sentiero CAI 555 e lo seguiamo verso SX verso il Passo della Peschiera



passando per il "Cozzo del Diavolo",
certo che sto cartello ...
la prima "o" sembra avere una gambetta in basso a destra,
ci avrà messo lo zampino il Diavolo?
Che poi sta storia del Diavolo delle pentole e dei coperchi,  mica l'ho capita io.



anche sto cartello, voglio vedere come faranno a sostituirlo con quello nuovo quando sarà il momento ...
che poi sarebbe anche già il momento a dirla tutta


ma continuiamo a seguire il crinale che dal "Cozzo del Diavolo" porta fino al "Passo della Peschiera"




che alterna brevi discese a lunghi tratti da fare a spinta




  ed eccoci al "Passo della Peschiera"


dove attraversiamo la strada asfaltata e continuiamo a seguire il crinale sul lato opposto



ma quello lì è un camino?


mo veh, proprio,
si vede che qualcuno ha intenzione di costruire una casa proprio qua,
si sa che si parte sempre dal camino per costruirne bene un edificio



dunque, aspetta un attimo che devo chiarirmi le idee ...
e meno male che ho preso su la Carta escursionistica del Parco, così posso andare a controllare nella legenda della mappa cosa vuole dire il simbolo CAI 429 am che è stato disegnato su quest'albero.
Mah, mi sa che quelli del CAI si dovevano essere fumati qualche cosa quando hanno segnalato sto sentiero.


...
comunque dai ... deve sicuramente indicare che in questo posto si praticano meditazione, riflessioni filosofiche e teologiche, o robetta così.

ed ecco il borghetto adiacente, "Pian Baruzzoli" dove una comunità di persone autodefinitasi "Zappatori senza padrone" si stabilì nel lontano 1977 per allontanarsi dalla civiltà, e ci vive tutt'ora ...


e per chi volesse approfondire la loro affascinante storia, lo può fare anche qua:
gli zappatori senza padrone

Ecco, noi invece proseguiamo la nostra discesa verso il fondo valle



sbucando proprio nei pressi della Cascata dell'Acquacheta



Ops, ma qua si sta amoreggiando,
saranno mica un Ululone appenninico che ha agganciato una Bufa bufa?




Beh?
Ma che è, un orgia?


Ma pensa te, ci manca solo che arrivi un Tritone crestato e si unisca anche lui alla festa e siamo a posto.
Ma che robe.




beh, riprendiamo a scendere verso valle



Oh, qualche cosa mi dice che il giro è finito.






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