lunedì 27 febbraio 2012

Cusercoli - Civitella di Romagna - Monte delle Ruote - Collina - Cigno - Seguno - Voltre

Ci sono alcuni giorni in cui anche noi amanti della mountain bike, anti-bituminosi per definizione, ci rassegnamo a pedalare sulle strade asfaltate. E' successo sabato scorso, quando per la prima volta dopo parecchio tempo la temperatura è notevolmente risalita e la splendida giornata di sole ha invitato ad uscire di casa e dirigersi verso le colline romagnole.
Per fortuna anche le strade e gli stradelli collinari meno frequentati sono ormai puliti dalle abbondanti nevicate delle scorse settimane, cerchiamo così di individuare una zona in cui il passaggio delle automobili sia pressochè inesistente e assieme ad alcuni amici pedalatori si decide quindi di puntare alle colline sopra Civitella di Romagna, con il nobile obiettivo di raggiungere la vecchia osteria di Seguno passando per una delle salite più ripide dei paraggi: il Passo Sulparo o Monte delle Ruote.
Arriviamo con l'automobile e le biciclette al seguito nel ridente paesino di Voltre, dove parcheggiamo nel bel mezzo della piazza, in mancanza di altri parcheggi liberi occupati dai mucchi di neve.



Constato che gli altri pedalatori, per sottolineare il fatto che la giornata verrà tristemente passata sulle strade asfaltate anzichè tra i boschi, anzichè dotarsi delle fiammanti MTB ultimo modello che hanno in garage, hanno preferito utilizzare, chi una citybike, chi dei modelli vintage di MTB risalente a 20 e passa anni fa, le cosiddette vecchie "numero uno", ormai inutilizzabili, tranne che per andare dal fornaio a prendere il pane ...
Comunque partiamo, e dopo una prima salitina di riscaldamento con relativa discesa che ci porta fin sulla strada per Civitella, raggiungiamo il paese percorrendo la strada di fondo valle che sale dolcemente, compiacendoci per la splendida giornata di sole che si sta prospettando.


Ed eccoci a Civitella di Romagna, dal centro del paese, proprio dietro alla chiesa di S. Filippo, parte una bella salitina che si rivelerà lunga appena 2,791 km. ma che ci porterà dai 229 mt slm iniziali, ai 599 mt slm del "Passo Sulparo".
Quindi, com'era già la formuletta per calcolare la pendenza?
Ah, già, dislivello diviso distanza = 370 / 2791 = 13% che poi sarebbe la pendenza media ... beh, dai


















si, ma che c'è scritto in quel cartello là davanti?

ah, beh, si, insomma ...
  

però non è chiaro perchè le pendenze per gli automobilisti siano diverse da quelle dei ciclisti, ...
anzi, no, a pensarci bene è fin troppo chiaro, basta provare ...


però poi, alla fine, per chi ci arriva, c'è tanto di monumento al ciclista ...



con tanto di targhe e targhette ...


La scusa del cippo è buona per fermarsi un attimo a riprendere fiato, ma poi urge ripartire per quella che in realtà è la vera meta del giro: l'osteria, e manca ancora abbastanza prima di arrivare.
Si susseguono varie salite e discese, arrivando fino quasi a quota 800 mt slm, attraversando piccoli borghi come quelli di Collina e Cigno, finchè non si arriva finalmente in prossimità di Seguno.


Collina



Cigno






Eccoci qua, l'edificio a sinistra è l'osteria, quella che si intravede sullo sfondo invece è la chiesetta.
Non c'è altro. Noi ci dirigiamo decisi verso la prima delle due, dove ci aspetta l'amico Toma che, accampando scuse su scuse, ci ha raggiunto direttamente qua con l'automobile, con lo scopo di pranzare assieme a noi.





Ed il bello è che, alla fine, pur non avendo pedalato, ha mangiato più di noi!
Ma ecco il profilo altimetrico di tutto il giro.
Alla prossima.





Route 3,427,868 - powered by www.bikemap.net

venerdì 17 febbraio 2012

12.19.19.02.12 0Kayab 8Eb

Arieccoci qua.
Potete staccare un altro foglietto dal vostro calendario Haab Maya 2012, che sicuramente avete appeso in cucina vicino al frigorifero.
E' passato un mese dall'ultima volta, che era il 28 gennaio 2012.
Un mese Maya naturalmente, conteggiato nel calendario Haab, quindi 20 giorni totali.
Oggi inizia il mese chiamato "Kayab" e questo è il suo glifo corrispondente

quindi oggi, secondo il calendario Haab, sarà il giorno "0 Kayab".

Ricordo di nuovo quali sono i nomi dei mesi del calendario solare chiamato Haab:
Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxlin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumbu, Uayeb.
Dei tre calendari Maya questo è quello che si avvicina di più al nostro modo di suddividere i 365 giorni dell'anno solare; i mesi sono di più perchè sono più corti, ma il principio è del tutto simile.


Tutto qua.
Anzi no,
è vero,
ecco il giorno di oggi negli altri due calendari Maya:

Calendario Lungo conto: 12.19.19.02.12
Calendario Tzolkin:          8 Eb

lunedì 13 febbraio 2012

Snowboard di fondo

Eccola, è nata finalmente la nuova disciplina sportiva che appassionerà grandi e piccini:
lo snowboard di fondo.
E' così che si fanno le grandi scoperte, per caso, con serendipità, cercando di fare una cosa e ritrovandosi a farne un'altra, come successe con la penicillina, con il panettone, con lo champagne, col viagra ... ehm.

Beh, insomma dico io, con tutta sta neve che ha fatto in questi giorni, vuoi proprio che non vada a farmi una bella escursione in mezzo alla neve in collina? Pronti, via.
Carico in macchina tutta l'attrezzatura necessaria ad affrontare la nevicata e parto la mattina presto da quota 0 slm per raggiungere le vette innevate dell'appennino romagnolo.
Certo, il fatto che di aver chiamato ieri Reinhold Messner per chiedergli se volesse venire a fare un giretto sulla neve assieme a me, e che abbia elegantemente declinato l'invito dicendo che doveva andare dal parrucchiere per una spuntatina ai capelli avrebbe dovuto farmi venire qualche sospetto, ma andiamo avanti.


La prima difficoltà si presenta subito dopo pochi km, quando una coppia di fagiani ha evidentemente scambiato la strada di grande comunicazione Orte-Ravenna E45 (ormai resa irriconoscibile dallo strato di neve che la ricopre) in un luogo di ritrovo per pennuti.
Dopo averli convinti con le dovute buone maniere a cedermi il passo, proseguo nel mio viaggio solitario verso la collina, cercando di capire per quale misterioso fenomeno più salgo di quota e più la neve ai lati della carreggiata aumenta, boh.






Vabbè, una volta riuscito a trovare un posto dove lasciare l'auto, cosa non facile perchè i pochi centimetri quadrati non occupati dalla neve sono già stati giustamente occupati dai residenti  (i quali non hanno passato ore ed ore a spalare la neve perchè ci andassi a parcheggiare io), a sto punto inizia la parte sportiva dell'escursione.
Mettere le ciaspole ai piedi e caricare lo snowboard sulle spalle, dopodichè avventurarsi su un sentiero che si inoltri su su per la montagna, ma che lo faccia salendo leggermente di quota: mi raccomando fare bene attenzione a questa caratteristica, che si rivelerà fondamentale per la buona riuscita della seconda parte della gita.
Perchè lo snowboard di fondo riesca al meglio è necessario inoltre che abbia nevicato molto, e io ritengo che nei giorni passati ne abbia fatta abbastanza per poter testare quella che presto diventerà senz'altro una nuova specialità olimpica invernale.
Ecco un esempio di sentiero ideale per praticare lo snowboard di fondo:






Il percorso che ho scelto per il test è lungo appena qualche chilometro, ma vista la quantità di neve che è caduta, la salita si rivela molto impegnativa e quando arrivo in cima alla salita, che camminando normalmente avrei fatto in un'oretta scarsa, sono passate almeno 3 ore. Ma fino ad ora niente di particolarmente nuovo, non si è trattato altro che di fare una bella ciaspolata, seppure fatta nelle neve fresca alta più di un metro, portandosi uno snowboard sulle spalle; piuttosto, curiosa questa colonna con un singolare capitello che ho trovato in questo antico eremo sperduto in mezzo al bosco, chissà a quale epoca risale; ma non erano corinzio, ionico e dorico? e mò questo come si chiama? snowbordizio? Bah.


Comunque, ora viene il bello, perchè in qualche modo bisogna ridiscendere a valle, e tutti gli escursionisti che paticano le uscite con lo snowboard in fuori pista sanno che, più neve c'è, e più è necessaria una elevata pendenza per riuscire a scivolare con la tavola sotto ai piedi senza sprofondare.
Ma questo vale per quelli che vogliono ridiscendere senza fare fatica, facile!
Per noi praticatori dello snowboard di fondo, noi amanti delle sfacchinate al limite della resistenza umana, noi che abbiamo scelto di proposito di affrontare questo percorso, il fatto che una volta agganciata la tavola sotto ai piedi, sembra che non abbia nessuna intenzione di muoversi e di scivolare a ritroso per quella che dovrebbe essere la direzione contraria a dove siamo saliti, questo fatto a noi ci riempie di gioia, e ci consente di fare l'unico movimento che ci può aiutare a scendere a valle con lo snowboard sotto ai piedi.
Cercherò di spiegarmi bene: avete presente il "Passo rebolado"? 
ma si dai, quello sculettamento che fanno le ballerine brasiliane nel ballo samba durante il carnevale, quel movimento ondulatorio dei fianchi eseguito restando fermi sul posto. Ecco, quello è tutto ciò che dovete fare per tornarvene a valle con lo snowboard sotto ai piedi, ripercorrendo lo stesso esatto percorso che avete fatto prima salendo con le ciaspole.
Mi raccomando però eh, la rotazione del bacino deve avvenire sempre in senso orario per i "regular" ed antiorario per i "goofy", ed essere ben accentuata; se eseguita correttamente, con ogni movimento potete riuscire a spostarvi anche di 20-30 cm. alla volta.
E' questo che rende lo snowboard di fondo, soprattutto se praticato con la compagnia giusta, un bello sport, più da vedere che da praticare se vogliamo, ma questi sono dettagli.
Senza dimenticare che d'ora in poi, tutte le ballerine brasiliane del carnevale di Rio, avranno finalmente uno sport con cui fare pratica.
Mica poco.




domenica 5 febbraio 2012

Serge Valène - Si dipingerebbe dipingere

L'ultimo dei principali personaggi del romanzo "La vita istruzioni per l'uso" è Serge Valene, il pittore.

Ha vissuto in quell'edificio per oltre 55 anni, insegnando dapprima a Bartlebooth, dal 1925 al 1935, l'arte dell'acquerello, poi seguendo l'attività del miliardario, quella di Gaspard Winckler e di tutti gli altri inquilini dello stabile che lo hanno circondato, finchè, negli ultimi mesi della sua vita, concepisce l'idea di eseguire un dipinto che ricomponga tutta la sua esistenza.


Progetta quindi di eseguire un grande dipinto che raffiguri gli eventi principali e quelli minori, passati e presenti, avvenuti in rue Rue Simon-Crubellier 11.
Nel libro c'è una lista di 179 scene selezionate (di cui l'ultima riferita proprio a lui).
Ma solamente nell'epilogo del romanzo apprendiamo che, di tutto quello che Valene doveva dipingere su questo grandioso progetto, resta solo "Una grande tela quadrata con più di due metri di lato era appoggiata accanto alla finestra, riducendo a metà lo spazio ristretto della camera di servizio in cui aveva passato la maggior parte della sua vita. La tela era praticamente vergine: pochi tratti a carboncino, tracciati con cura, la dividevano in quadrati regolari, schizzo dello spaccato di uno stabile che nessun volto né figura avrebbe ormai più abitato".
Il romanzo è finito, Serge Valene è morto. Una settimana dopo Bartlebooth.

Ma ecco il capitolo in cui si descrive il dipinto che avrebbe voluto realizzare:
(i  riferimenti ai punti del libro dove trovare le storie elencate li ho aggiunti io, spulciando pazientemente i capitoli ad uno ad uno; non ci sono ancora tutti, ma piano piano li completerò, promesso.)

CAPITOLO LI
Camere di servizio, 9
Valène

Ci sarebbe anche lui nel quadro, alla maniera di quei pittori del Rinascimento che si riservavano sempre un minuscolo posto fra la folla dei vassalli, dei soldati, dei vescovi o dei mercanti; non un posto centrale, né un punto privilegiato e significativo in una data intersecazione, lungo un asse particolare, secondo questa o quella prospettiva illuminante, nel prolungamento di un certo sguardo carico di significato a partire dal quale potrebbe costruirsi tutta una reinterpretazione del quadro, ma solo un posto apparentemente innocuo, come se fosse stato fatto così, per accidente, un po' per caso, perché l'idea è saltata fuori da sola, come se non si desiderasse troppo far notare la cosa, come se dovesse essere una firma per iniziati e basta, qualcosa come un marchio di fabbrica solo permesso all'autore dal committente dell'opera, qualcosa che non doveva essere noto che a pochi e subito dimenticato: morto il pittore, poi, sarebbe diventato un aneddoto trasmissibile di generazione in generazione, di studio in studio, una leggenda cui nessuno avrebbe più creduto, fino al giorno in cui se ne fosse riscoperta la prova, grazie a fortunati controlli di concordanza o confrontando il quadro
con degli schizzi preparatori ritrovati nelle soffitte di un museo, oppure in modo del tutto fortuito, come quando, leggendo un libro, si trovano frasi già lette altrove: e forse allora ci si renderà conto di quanto c'era sempre stato di un po' particolare in quel piccolo personaggio, non solo una maggiore accuratezza nelle rifiniture del volto ma anche una maggiore neutralità, o un certo modo di chinare impercettibilmente il capo, qualcosa di simile alla comprensione, a una specie di dolcezza, a una gioia forse sfumata di nostalgia.


Ci sarebbe anche lui nel quadro, in camera sua, su, in alto, quasi in cima a destra, come un piccolo ragno attento che tesse la sua tela lucente, dritto, accanto al quadro, con la tavolozza in mano, il lungo camice grigio tutto macchiato di colore e la sciarpa violetta.
     Sarebbe in piedi accanto al quadro quasi finito, a dipingere proprio se stesso, abbozzando con il pennello la figurina di un pittore in lungo camice grigio e sciarpa violetta, e tavolozza in mano, che dipinge la figura minuscola di un pittore che dipinge, un'altra di quelle immagini "in abisso" che avrebbe voluto continuare all'infinito come se il potere dei suoi occhi e delle sue mani non avesse più limiti.
 

Si dipingerebbe dipingere e, intorno a lui, sulla grande tela quadrata, tutto sarebbe già a posto: la gabbia dell'ascensore, le scale, i pianerottoli, gli zerbini, le camere e i salotti, le cucine, i bagni, la guardiola della portinaia, l'entrata con la romanziera americana che consulta la lista degli inquilini, la bottega della signora Marcia, le cantine, le caldaie, il macchinario dell'ascensore.

Si dipingerebbe dipingere, e già si vedrebbero i mestoli e i coltelli, le schiumaiole, le maniglie delle porte, i libri, i giornali, i tappetini, le caraffe, gli alari, i portaombrelli, i sottopiatti, gli apparecchi radio, i lumi da comodino, i telefoni, gli specchi, gli spazzolini da denti, gli stenditoi, le carte da gioco, le cicche nei portacenere, le foto di famiglia nelle cornici antitarlo, i fiori nei vasi, le mensole sui termosifoni, i passaverdura, le pattine, i mazzi di chiavi nei vuotatasche, le sorbettiere, le casse toilette per gatti, le cassette d'acqua minerale, le culle, i bollitori, le sveglie, le lampade Pigeon, le pinze universali. E i due sottovasi cilindrici di rafia intrecciata del dottor Dinteville, i quattro calendari di Cinoc, il paesaggio tonkinese dei Berger, la cassapanca scolpita di Gaspard Winckler, il leggio della signora Orlovska, le babbucce tunisine portate alla signorina Crespi da Béatrice Breidel, la tavola a fagiolo dell'amministratore, gli automi della signora Marcia e la pianta di Namur di suo figlio David, i fogli coperti di equazioni di Anne Breidel, la scatola di spezie della cuoca della signora Moreau, l'ammiraglio Nelson di Dinteville, le sedie cinesi degli Altamont e la loro preziosa tappezzeria con i vecchioni innamorati, l'accendino di Nieto, il mackintosh di Jane Sutton, la cassapanca da nave di Smautf, la carta a stelle dei Plassaert, la conchiglia di madreperla di Geneviève Foulerot, il copriletto stampato di Cinoc con le sue grandi foglie triangolari e il letto dei Réol di cuoio sintetico ("uso camoscio rifiniture alta selleria con cinghia e fibbia cromata"), la tiorba di Gratiolet, le
strane scatole di caffè nella sala da pranzo di Bartlebooth e la luce senz'ombra della sua lampada scialitica, il tappeto esotico dei Louvet e quello dei Marquiseaux, la posta sul tavolo della guardiola, il grande lampadario di cristallo di Olivia Rorschash, gli oggetti religiosamente incartati della signora Albin, l'antico leone di pietra trovato da Hutting a Thuburbo Majus, 


     e tutt'intorno, la lunga teoria dei suoi personaggi, con le loro storie, il loro passato, le loro leggende:

1 Pelagio vincitore di Alkhamah che si fa incoronare a Covadonga
(Cap.II Beaumont,1 pag.18)
2 La cantante russa in esilio che segue Schönberg a Amsterdam
(Cap.VI Camere di servizio,1 pag.27)
3 Il gattino sordo dagli occhi discromici che vive all'ultimo piano
(Cap.XV Camere di servizio,5 Smautf pag.67)
4 Il capo isolato fesso che fa preparare barili di sabbia
(Cap.XVII Per le scale, 2 pag.69)
5 La donna avara che annota le più piccole spese in un quaderno
(Cap.LIV Plassaert, 3 pag.266)
6 Il fabbricante di puzzle che si accanisce nelle partite di jacquet
(Cap.VIII Winckler, 1 pag.39)
7 La portinaia che cura le piante degli inquilini assenti
(Cap.XXXV La guardiola pag.177)
8 I genitori che chiamano il figlio Gilbert in omaggio a Bécaud
(Cap.XXXIV Per le scale, 4 pag.171)
9 La sposa del conte liberato dall'Ottomana che accetta la bigamia
(Cap.X Camere di servizio, 4 pag.45)
10 La donna d'affari che sogna di tornarsene in campagna
(Cap.XXIII Moreau, 2 pag.107)
11 Il ragazzino che porta giù il bidone delle immondizie fantasticando sul suo romanzo
(Cap.XXXIV Per le scale, 4 pag.171) Gilbert Berger
12 Il nipote zerbinotto che accompagna la globe-trotter australiana
(Cap.LXXIX Per le scale, 11 pag.390)
13 La tribù fuggitiva che evita a tutti i costi il mite antropologo
(Cap.XXV Altamont, 2 pag.118)
14 La cuoca che si rifiuta di usare un forno autopulente
(Cap.LXV Moreau, 3 pag.328)
15 Il Presidente Direttore Generale dell'industria alberghiera internazionale che sacrifica l'l% all'arte
Cap.LXXXVII Bartlebooth, 4 pag.437)
16 L'infermiera che guarda svogliata una rivista illustrata
(Cap.XX Moreau, 1 pag.81)
17 Il poeta pellegrino che naufraga a Arcangelo
(Cap.LX Cinoc, 1 pag.301)
18 Il violinista italiano che fa perdere la pazienza al suo miniatore
(Cap.XCV Rorschash, 6 pag.478) 
19 La grassa coppia mangiatrice di salsicce che non chiude mai la radio
(Cap.LXI Berger, 1 pag.305)
20 Il colonnello monco dopo l'attacco del Gran Quartier Generale
(Cap.XXXIII Cantine, 1 pag.169)
21 Le tristi fantasticherie della ragazza al capezzale del padre
(Cap.LVIII Gratiolet, 1 pag.288)
22 I clienti austriaci che trattano l'acquisto di un "Bagno turco" più vaporoso
(Cap.XI Lo studio di Hutting, 1 pag.49) 
23 L'uomo di fatica paraguaiano che sta per bruciare una lettera
(Cap.IX Camere di servizio, 3 pag.42) Joseph Nieto 
24 Il giovane miliardario che studia acquerello in knickerbocker
(Cap.XXVI Bartlebooth, 1 pag.126) 
25 L'ispettore alle Acque & Foreste che fonda una riserva per uccelli
(Cap.LVIII Gratiolet, 1 pag.285) 
26 La vedova che impacchetta i ricordi in vecchi settimanali
(Cap.XLVIII Camere di servizio, 8 La signora Albin pag.226)
27 Lo scassinatore internazionale che passa per un alto magistrato
(Cap.LXXXIII Hutting, 3 pag.408)
28 Robinson Crusoe che vive benissimo nell'isola solitaria
(Cap.LXXXVI Rorschash, 5 pag.426) 
29 L'hamster giocatore di domino amante delle croste di Edam
(Cap.LXXXI Rorschash, 4 pag.404) 
30 Il dolente "ammazzaparole" che ciondola fra una bancarella e l'altra
(Cap.LX Cinoc, 1 pag.300)
 31 Il venditore a domicilio che presenta una nuova chiave dei sogni
(Cap.XLII Per le scale, 6 pag.198)
32 Il grossista d'olio che apre a Parigi un ristorante tutto pesce
(Cap.XLIX Per le scale, 7 In cima alle scale. pag.228)
33 Il vecchio maresciallo ucciso dalla caduta di un bel lampadario veneziano
(Cap.XIV Dinterville, 1 pag.61) 
34 Lo stayer sfigurato che sposa la sorella del suo pacemaker
(Cap.LXXIII Marcia, 5 pag.364)
35 La cuoca che deve fare solo un uovo e un po' di haddock lessato
(Cap.XXVI Bartlebooth, 1 pag.125)
36 La giovane coppia che s'indebita due anni per un letto di lusso
(Cap.XCVIII Réol, 2 pag.490) 
37 La moglie del mercante d'arte abbandonata per una star italiana
(Cap.XXXIV Per le scale, 4 pag.173)
38 L'amica d'infanzia che rilegge le biografie delle cinque nipoti
(Cap.LXXXIX Moreau, 5 pag.456)
39 Il signore che imbottiglia figurine di sughero
(Cap.LII Plassaert, 2 pag.249)
40 L'archeologo che cerca le tracce dei re arabi di Spagna
(Cap.II Beaumont, 1 pag.16)
41 L'ex clown di Varsavia che tira a campare nell'Oise
(Cap.LVII Signora Orlovska (Camere di servizio, 11) pag.283)

42 La suocera che toglie l'acqua calda quando il genero deve radersi
43 L'olandese che diceva che qualsiasi numero è la somma di x numeri primi
44 Scipion che definisce le persone novantenni vecchie e... nove
45 L'ingegnere atomico che legge sulle labbra dell'uomo-tronco sordo muto
46 Il brigante albanese che canta il suo amore alla stella hollywoodiana
47 L'industriale tedesco che vuole cucinare il suo cosciotto di cinghiale
48 Il figlio della signora con il cane che preferisce la pornografia al sacerdozio
49 Il barman malese che baratta la sua dea madre in pidgin english
50 Il ragazzino rimasto senza dolce che lo vede in sogno
51 I sette attori che rifiutano la parte dopo aver letto il copione
52 Il disertore che lascia morire la sua pattuglia in Corea
53 Il chitarrista che cambia sesso e poi diventa una superstar
54 Il maragià che offre una caccia alla tigre a un europeo dai capelli rossi
55 Il nonno liberale che trova l'ispirazione in un romanzo
56 Il calligrafo che ricopia nella Medina una sura del Corano
57 Orfanik che chiede l'aria di Angelica nell'Orlando di Arconati
58 L'attore che ordisce la propria morte con l'aiuto del fratello di latte
59 La giovane giapponese che tiene alta la fiaccola olimpica
60 Ezio che ferma le orde di Attila ai Campi Catalaunici
61 Il sultano Selim III che tocca gli ottocentonovantotto metri
62 Il sergente maggiore morto per consumo massiccio di gomma
63 Il secondo della Fox che scopre l'ultimo messaggio di Fitz-James
64 Il giovane studente che rimase in camera per sei mesi

65 La moglie del produttore che parte per l'ennesimo giro del mondo
(Cap.LXXIX Per le scale, 11 pag.390) 

66 L'operaio che nel locale caldaie regola l'accensione a nafta
67 Il ricco amatore che lascia alla biblioteca il suo catalogo-informatore musicale
68 Il ragazzino che cataloga le sue collezioni di carte assorbenti mediche
69 Il cuoco commediante assunto da una ricchissima americana
70 L'ex giocatrice d'azzardo diventata una donnetta timida
71 Il chimico frustrato che perde tre dita della mano sinistra
72 La ragazza che vive a Chaumont-Porcien con un muratore belga
73 L'avo del dottore che crede di avere svelato l'enigma del diamante
74 La giovane donna che fa concludere un patto con Mefistofele
75 Il figlio dell'antiquaria spetezzante in tuta rossa
76 Il procuratore che cestina il segreto dei chimici tedeschi
77 L'ex professore di storia che brucia il suo manoscritto respinto
78 Il vecchio industriale giapponese magnate dell'orologio subacqueo
79 Il diplomatico che grida vendetta per la moglie e il figlio
80 La signora che partendo il giorno dopo vuole indietro i suoi fagiolini
81 La stella della canzone che medita su una mousse alla fragola
82 La vecchia lady che colleziona orologi e automi
83 Il mago che indovina tutto con numeri scelti a caso
84 Il boiardo che offre alla Grisi un delizioso divanetto a S di mogano
85 L'autista che non guida più e si diverte a fare solitari
86 Il medico che sogna di dare il suo nome a una ricetta culinaria
87 L'ingegnere che si rovina commerciando in pelli africane
88 Il giapponese che inizia dolorosamente i Tre Uomini Liberi
89 Il vecchio autodidatta che rimugina mille ricordi di sanatorio
90 Il lontano parente che deve mettere all'asta l'eredità
91 I doganieri che spacchettano il samovar della principessa furibonda
92 Il venditore d'indianerie che sistema il suo pied-à-terre all'ottavo
93 Il compositore che offre a Amburgo l'ouverture alla francese
94 Marguerite che guarda al contafili la miniatura da restaurare
95 Chéri-Bibi che dà il suo nome al gatto rosso del fabbricante di puzzle
96 Il cameriere del night che sale alla ribalta per presentare la rivista
97 Il quadro superiore che dà un lussuoso ricevimento per i suoi colleghi
98 La donna dell'agenzia immobiliare che visita l'appartamento vuoto
99 La signora che prepara scatole per i puzzle dell'inglese
100 La ragazzina che addenta un petit-beurre Lu
101 Il pretore che in un giorno fa morire 30.000 lusitani
102 La ragazza in cappotto che sbircia una pianta del metrò parigino
103 L'amministratore dello stabile che pensa di arrotondare i suoi fine mese
104 La giovane profumiera che sceglie gli anelli del vecchio artigiano
105 L'editore di Damasco rovinato dai nazionalisti antifrancesi
106 Il critico che commette un delitto per una marina dell'inglese
107 La vecchia domestica che sogna becchini con occhi astiosi
108 Lo studioso che confronta gli effetti della stricnina con quelli del curaro
109 Lo studente che mette viandox nella minestra dei vegetariani
110 Il terzo operaio che legge ima lettera uscendo dal cantiere
111 Il vecchio maggiordomo che ricalcola all'infinito un fattoriale
112 Il prete commosso che aiuta un francese sperduto a New York
113 Il farmacista arricchito che ritrova le tracce del Santissimo Vaso
114 Il chimico che s'ispira alla tecnica di un fonditore italiano
115 L'uomo dal cappotto nero che sta infilandosi un paio di guanti nuovi
116 Guyomard che separa nello spessore un disegno di Hans Bellmer
117 L'amico di Liszt & Chopin che compone un valzer rapinoso
118 Dom Pérignon che fa assaggiare a Colbert il suo champagne migliore
119 Amerigo morente che viene a sapere che danno il suo nome a un continente
120 Il signor Riri che sonnecchia dopopranzo dietro al bancone
121 Mark Twain che scopre il suo necrologio in un giornale
122 La segretaria che pulisce il pugnale che ha ucciso Kléber
123 Il filologo che fa un lascito al collegio di cui fu rettore
124 La ragazza-madre che fa il bagno leggendo Pirandello
125 Lo storico che scrive sotto vari nomi dei romanzi ullallà
126 Il vecchio bibliotecario che accumula le prove dell'esistenza di Hitler
127 Il cieco che accorda il piano della cantante russa
128 L'arredatore che sfrutta lo scheletro rosso di un maiale neonato
129 L'impresario che crede di fare fortuna con il traffico dei cauri
130 La cliente truffata che ha perso i capelli per una tintura
131 La vice bibliotecaria che con la matita rossa riquadra critiche d'opera
132 Il cocchiere innamorato che crede a un topo dietro la tenda
133 I garzoni di fornaio che portano sandwich caldi per la grande baldoria
134 Pip e La Minouche che rovesciano il bricco di latte dell'infermiera
135 Il soldatino bloccato in ascensore con la promessa sposa
136 L'inglese alla pari che finalmente legge la lettera del suo boy-friend
137 Il libraio di occasioni che trova tre lettere di Victor Hugo
138 Gli amanti di safari che posano accanto alla guida indigena
139 La bella polacca che torna dalla Tunisia con il figlioletto
140 L'ingegnere generale ucciso da una fucilata nel salone del suo albergo
141 Il chirurgo costretto a operare sotto la minaccia delle armi da fuoco
142 Il professore di francese che corregge i compiti delle vacanze
143 La moglie del magistrato che scorge dopo il fuoco le perle nere
144 Il corridore che cerca di far omologare il suo record dell'ora
145 Il militare che riconosce il suo ex professore di fisica
146 L'ex proprietario che sogna di creare un vero eroe da romanzo
147 Il jazzman troppo perfezionista che ricomincia le prove
148 I fan di Tasmania che offrono al loro idolo 71 topi bianchi
149 La piccola studentessa di matematica che sogna di costruire la torre più alta del mondo
150 Il coreografo pazzo d'amore che torna a ossessionare l'inflessibile ballerina
151 L'ex portinaia spagnola che si rifiuta di sbloccare l'ascensore
152 Il fattorino di Nicolas che pulisce gli specchi dell'atrio
153 Il fumatore di Por Larranaga che ascolta un fonografo a tromba
154 Il vecchio pornografo che aspetta all'uscita delle scuole
155 Il botanico del Kenia che spera di battezzare un epifillo eburneo
156 Il giovane Mozart che suona davanti a Luigi sedici & Maria Antonietta
157 I russo che partecipa a tutti i concorsi pubblicati sui giornali
158 Il giocoliere che avendo inghiottito un coltello vomita chiodini
159 Il fabbricante di articoli religiosi che muore di freddo nelle Argonne
160 I vecchi cavalli ciechi che tirano vagoncini in miniera
161 L'urologo che sogna la polemica fra Asclepiade e Galeno
162 Il bell'aviatore che cerca sulla carta la strada per Corbénic
163 L'operaio ebanista che si scalda a un effimero fuoco di trucioli
164 I turisti che tentano invano di rimettere insieme l'anello turco
165 L'insegnante di danza ucciso a bastonate da tre mascalzoni

166 La giovane principessa che prega al capezzale del re suo nonno
(Cap.X Camere di servizio, 4 pag.44) 

167 L'inquilina temporanea che controlla le tubature dei servizi igienici
168 Il caposervizio che riesce ad assentarsi per quattro mesi all'anno
169 L'antiquaria che immerge le dita in un barattolo di caviale
170 Il gioielliere che legge il trafiletto che lo condanna a morte
171 Il famoso pittore che "annebbia" opere celebri
172 Il principe Eugenio che fa fare l'elenco di tutte le Reliquie
173 L'Imperatore che pensa all'Aquila per attaccare i britannici
174 La signora in abito a pallini che sferruzza in riva al mare
175 Le melanesiane che fanno ginnastica sul ritmo di un disco di Haendel
176 Il giovane acrobata che non vuole più scendere dal trapezio
177 Gideon Spilett che si ritrova in tasca l'ultimo fiammifero
178 L'ebanista italiano che materializza l'impalpabile lavorio del tarlo

179 Il vecchio pittore che inscrive nella sua tela tutta la casa, e ce la fa stare
(Cap.LI Camere di servizio, 9 Valène pag.242)

venerdì 3 febbraio 2012

La battaglia di Ravenna

Era il giorno di Pasqua del 1512, l'11 aprile.


Da una parte l'esercito francese, comandato da Gastone de Foix appena ventitreenne, in rappresentanza di Luigi XII e dall'altra l'esercito della Lega Santa, formato da Giulio II e comandato da Raimondo de Cardona, si affrontarono in una battaglia, estremamente cruenta, che verrà ricordata come l'ultima del Medioevo, storicamente rilevante per il  nuovo uso delle artiglierie e perchè vi avvenne l'ultimo grande scontro di cavalleria della storia.

L'esercito francese era composto da francesi, svizzeri, spagnoli del regno di Navarra, lanzichenecchi e due schiere di greci e stava avvicinandosi a Ravenna passando dalle terre bolognesi.

L'esercito della Lega Santa era composto da spagnoli, italiani e greci del reame di Napoli e stava marciando per difendere la città di Ravenna attraversando le terre forlivesi e costeggiando il fiume Ronco.
La città di Ravenna era allora stretta tra due fiumi: il Montone a nord e il Ronco a sud. (il loro corso era diverso da quello attuale).



Ma procediamo con ordine.
Il 9 aprile del 1512, l'esercito francese tentò di assalire la città di Ravenna utilizzando dell'artiglieria piazzata a 200 metri dalle mura, bersagliando il tratto fra Porta Gaza e porta San Mamante (oggi detta San Mama). Le artiglierie erano quelle del Duca di Ferrara Alfonso I D'Este, alleato dei francesi, e riuscirono ad aprire una breccia nelle mura a sinistra della porta San Mama; ma l'assalto quel giorno non riuscì per l'accanita difesa dei cittadini assediati, che costò 1500 morti fra le due parti. Una colubrina di bronzo era stata posta sulle mura nei pressi di Porta Gaza, e colpiva sul fianco gli attaccanti facendone strage.

Nel frattempo, l'esercito papalino della Lega Santa si stava avvicinando a Ravenna per portare soccorso alla città, e decise di accamparsi poco prima delle postazioni francesi, in località "Molinaccio" presso il fiume Ronco. Il campo era protetto sulla destra dall'argine del fiume Ronco, sul fronte da un fossato opportunamente scavato, e sulla sinistra da un terreno paludoso su cui era impossibile fare muovere qualsiasi esercito
Le cronache narrano che la mattina dell'11 aprile del 1512 i due eserciti si affrontarono: 16.000 spagnoli contro 23.000 francesi.


Gli spagnoli, in inferiorità numerica, attesero l'attacco dei francesi, i quali, forti dell'artiglieria estense, iniziarono a fare fuoco dapprima sul fronte e poi sul fianco del campo nemico, in modo da potere facilmente colpire la cavalleria spagnola che, stanca di subire perdite senza poter reagire, caricò frontalmente verso la cavalleria francese, lasciando lo spazio alle due fanterie ed ai picchieri di affrontarsi nel fossato.
La battaglia fu vinta dai francesi, che però perdettero il loro capitano, Gastone de Foix, rimasto tragicamente ucciso mentre eseguiva la carica alla ritirata spagnola.



Al posto di Gastone de Foix successe al comando delle truppe francesi il generale La Palisse, (si, proprio quello che ha dato suo malgrado il nome al famoso aggettivo) che, dopo aver invaso e terribilmente saccheggiato la città attraverso il varco aperto nelle mura due giorni prima, decise di ritirarsi, viste le numerose perdite subìte ed il sopraggiungere da nord di un'armata svizzera nemica.
Le cronache riportano un bilancio di circa 20.000 vittime fra entrambe le armate.


Oggi sull'argine sinistro del fiume Ronco, in località Madonna dell'Albero, si trova una colonna in sasso d'Istria, eretta nel 1557 e circondata da cipressi, che ricorda l'avvenimento.
Oscar Wilde, di passaggio, la descrisse così: «solitaria, alta sulla pianura. Segna dove il prode cavaliere di Francia fu ucciso, dove la sua luminosa giovinezza sgorgò sul terreno».

Sembra che alla battaglia parteciparono, tra gli altri, anche il Baiardo e Ludovico Ariosto.


Una curiosità: la leggenda vuole che nel marzo del 1512, un parto focomelico verificatosi a Ravenna, venisse interpretato come un "segno delle minacce celesti", puntualmente avveratosi con la sanguinosa battaglia dell'11 aprile.
La descrizione riportava che la creatura avesse "un corno in testa, delle ali e un unico piede simile a quello di un uccello da preda, e un occhio che si apriva nel ginocchio, e il resto del corpo come quello di un uomo".
Quelle che seguono sono alcune delle riproduzioni dell'epoca riferite a quello che è comunemento noto come il "Mostro di Ravenna".



giovedì 2 febbraio 2012

Inverno

La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.
F.d.A







Ecco come si presentava l'orto questa mattina: una spessa coltre bianca a ricoprire tutto.
Finalmente.

Non lo so, forse sarò ancora sentimentalmente legato al vecchio ciclo delle stagioni,
ma senza una bella nevicata avevo come la sensazione che mancasse qualcosa,
la chiusura di un ciclo perchè se ne aprisse subito un'altro.
Boh, starò invecchiando, tanto più che sono passati parecchi anni da quando facevo ancora i pupazzi di neve.