lunedì 26 novembre 2012

Corniolo - Pian del Grado - Monte Ritoio - Lavacchi

Partenza dalla località "Lago" (529 mt. slm), subito dopo "Corniolo".

Placidi bovini ci osservano armeggiare con le biciclette
e sicuramente si chiedono che giro ci stiamo apprestando a fare.
... e come un inno lieto, il mugghio nel sereno aer si perde;
e del grave occhio glauco entro l'austera dolcezza 
si rispecchia ampio e quieto il divino del pian silenzio verde.

Eh? No, dico.



E così, mugghiando iniziamo la comoda risalita su asfalto fino al bivio dei "Tre Faggi" (930 mt. slm), dove si lascia la strada principale e si gira a DX per la sterrata che porta, tra l'altro, al Poderone


Fonte.


Scendiamo fino quasi ai piedi del "Fosso del Satanasso", superando i resti di un vecchio mulino


dove cartelli minacciosi ci intimano di inserire la prima marcia prima di proseguire


per fortuna la strada è rallegrata da questo sinuoso busto femminile di legno, che distoglie la nostra attenzione dalla pendenza della salita


ed eccoci arrivati a "Pian del Grado" (887 mt. slm)


dove è in atto una rappresentazione di sesso selvaggio


Vabbè, oh, oggi incontreremo parecchi edifici, o perlomeno quello che ne rimane, e li fotograferemo.
Iniziamo da qui, da uno degli edifici che compongono il borghetto di Pian del Grado.


Giardino pensile?


da Pian del Grado seguiamo il sentiero CAI 261 in direzione "La Fossa", attraversando uno splendido castagneto secolare, e quella là nel mezzo dovrebbe essere "La Casina" (871 mt. slm).





ed eccoci arrivati al piccolo borgo "La Fossa" (851 mt. slm)


dove lasciamo il sentiero CAI 261 per continuare a risalire lungo la strada forestale, fino ad incrociare il sentiero CAI 301 a quota 1040 mt. slm che seguiamo andando verso DX


e ci conduce verso la "Colla di Pian di Mezzano" (1029 mt. slm), dove tocca di scendere dalla bici e spingerla fino a raggiungere la vetta del "Monte Ritoio" (1.193 mt. slm)


dopodichè il più è fatto, si segue per un pò il crinale


e una volta giunti in prossimità dei ruderi del "Lavacchio di sopra", ci si caracolla giù per i campi, navigando a vista, in quanto il sentiero non è segnato in alcun modo, lasciandoci il "Monte Cavallo" sulla DX




"Lavacchio di mezzo" (960 mt. slm)





"Lavacchio di sotto" (894 mt. slm)


ecco, mi sembrava che il sentiero passasse di qua ...
macchè, mi sono sbagliato, torniamo un pò indietro


"Casa Campo di Fuori" (838 mt. slm)


osto, questo albero è sicuramente plurisecolare


e la parte finale della discesa è un crescendo di divertimento, con qualche passaggio abbastanza tecnico, che termina in un serrato sentiero che si snoda all'interno di una pinetina, che piomba sopra ai pascoli proprio a fianco a dove si è lasciata l'auto all'inizio del giro.



- Mamma mamma, ce la comperi anche a noi quella cosa lì, con le ruote e i pedali?
- Ma certo miei cari vitellini, sembra che sia uno sport molto divertente e salutare.
- Si si si, che bello, io la voglio tutta rossa!
- Ma no, lo sai pure che il babbo quando vede una cosa rossa poi inizia ad innervosirsi, facciamo di un altro colore eh?
- Uffa, io la volevo rossa.





2 commenti:

  1. Quale indelicatezza postare una foto di tagliatelle che accompagnano assai bene il ragu, ne converrai, subito dopo quella di una allegra famigliola bovina. Ma avete mangiato sempre li al Poderone? Orami saran stufi di vedervi.

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  2. Ma no, ma quale indelicatezza, quello era ragu di yak tibetano, un lontano bis-bis-bis-cugino di quella famigliola bovina.
    E in effetti no, per una volta non abbiamo mangiato dalla Lorenzina, e siamo rimasti più a valle, ma solo perchè avevamo un pò fretta di ritornare a casa.

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