domenica 18 novembre 2018

Pian del Grado - Poderone - Campigna - Passo della Calla - Fangacci - Pian delle Fontanelle - Costa Poggio dell'Aggio Grosso - Pian del Grado

E' giunto il momento di dirvelo,

 L'Aggio Grosso,

inteso come il sentiero che all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi 
da "Pian delle Fontanelle" si collega al piccolo borgo di "Pian del Grado",
costeggiando il "Fosso del Satanasso".

Che avevate capito?




Insomma, siamo nel versante romagnolo dell'appennino Tosco-Emiliano,
il giro inizia e finisce nei pressi di Pian del Grado, un piccolo borgo che si trova fra i due affluenti del Bidente delle Celle, oggi parzialmente ristrutturato e che in passato è stato possedimento dell'Opera del Duomo di Firenze.

Breve storia:
"Come in tutti i centri montani, l’economia di questa zona era mista: i pastori erano anche agricoltori, coltivatori del bosco, bigonai, operai dell’Opera del Duomo, vetturini e carbonai. I prodotti di queste attività erano poi scambiati con la Toscana, dove molti trovavano anche lavori stagionali da svolgere per integrare i loro redditi, ad esempio la raccolta delle olive. Pian del Grado in particolare aveva ricchi scambi con Castagno d’Andrea, anziché con la comunità di Corniolo a cui apparteneva, e da cui gli abitanti si sentivano esclusi, per le cattive condizioni delle vie di comunicazione.
Nel 1944 questo piccolo villaggio divenne sede operativa di un gruppo partigiano, l’8a Brigata Garibaldi, che si mosse poi verso Corniolo durante l’inverno. Nella zona delle Celle vi furono inoltre scontri tra partigiani e truppe nazi-fasciste.

Il piccolo borgo di Pian del Grado è al giorno d’oggi in buona parte conservato, molte delle case sono state ristrutturate, sono inoltre ancora presenti il forno ed una bella maestà".



dal "Molino di Sopra" in località "Celle" si risale lungo la strada "Poderone",
prendendo subito atto di questo consiglio spassionato da parte di chi cura la manutenzione della strada


 

ed una volta giunti sulla SS310,
giriamo a destra fino ad oltrepassare l'abitato di Campigna 
ed arrivare al Passo della Calla
 

poi, una volta giunti al passo, si gira nuovamente a destra per seguire la strada dei "Fangacci",
fino a giungere a "Pian delle Fontanelle", dove finalmente, dopo tanto asfalto, ci addentriamo in quello che è il nostro habitat naturale ...
il sottobosco muschioso e fragrante di foglie secche,
che nella fattispecie in questo momento è quello del sentiero CAI00












che seguiamo fino ad incrociare la forestale che si trova nei pressi del "Rifugio delle Fontanelle", dove però giriamo a destra ignorandolo, e proseguendo ancora per un poco finalmente arriviamo ad imboccare quella che è la vera novità del giro di oggi:
il sentiero che conduce alla "Costa Poggio dell'Aggio Grosso".

A dire la verità inizialmente si percorre la prima parte del "Sentiero del Satanasso", con parecchie parti di sentiero segnate da dissesti e crolli della "Costa Poggio dell’Aggio Grosso"
ma attenzione a non proseguire troppo a lungo il "Sentiero del Satanasso" (che tra l'altro è attualmente interrotto e non percorribile a causa del crollo della passerella), anche per non volere rischiare di incontrare il fantasma del blasfemo  premilcuorese Mantellini, la cui leggenda vuole che si aggiri ancora da queste parti ...
"Su questo luogo esiste anche una leggenda che narra di un certo Mantellini, uomo avido e solitario che visse da queste parti con la sua capretta bianca. Si dice che in punto di morte vendette l’anima al diavolo pur di restare in quei boschi e poter scatenare un temporale, ogni tanto. Gli abitanti delle zone vicine, stanchi dei continui temporali e delle apparizioni dello spirito, si rivolsero ad un esorcista che confinò l’anima del Mantellini all’interno del fosso del Satanasso. Da allora lungo questo fosso, nei giorni in cui la nebbia cala fitta, si possono sentire strani rumori e lamenti ed intravedere il fantasma di Mantellini vestito con un ampio mantello nero e accompagnato dalla fedele capretta bianca."
E comunque la vera e propria novità del giro di oggi è che finalmente,
per la prima volta da quando abbiamo iniziato a pedalare questa mattina,
anche tenendo conto del momento storico Italiano, Europeo e financo Mondiale direi ...
e anche del contesto del posto dove ci troviamo, dove in passato ci furono gli scontri fra i partigiani e le truppe nazi-fasciste,
per la prima volta dicevo ... 
si gira a SINISTRA!  
Yeahh



scendendo lungo un sentiero non sempre di facile rintracciablità,
aiutati da sporadici segni rossi sugli alberi






alcuni dei quali anche singolari,
come delle indicazioni in rosso che assomigliano a delle lettere "E" maiuscole


uhm,
saranno mica delle "M" rovesciate?
Mantellini non facciamo scherzi che qua sennò noi ci perdiamo ...










e invece no,
non ci siamo persi,
e siamo alfine arrivati al punto di partenza,
la "Pian del Grado" di questa mattina.

Oh,
andiamo a festeggiare degnamente la riscoperta di questa vecchia mulattiera.


un bel brindisi


e anche un dolcetto và


Distanza: 19,04 km.

Dislivello: 1.047 mt


2 commenti:

  1. Ah, quanto è bello il Casentino!
    Mi piace più della Corsica, ve' mo'. E dire che non si sono nemmeno mai stato.
    In Corsica dico.
    E mi manca, mi manca un casino.
    Il Casentino dico.
    Ma dico? Oggi devo specificare proprio tutto? Ah, capisco, certo: il vino, a stomaco vuoto dopo la pedalata, ok ok.
    Però ecco, ci devo tornare da quelle parti. E' proprio il mio tipo.
    Tipo di montagna, dico.
    Uff... che fatica...
    Ma quindi, scusa eh, si chiama Fosse del Satanasso per quella storia là del fantasma?

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  2. Eh? dici che c'è un fantasma nel bosco? ma dai, ma cha paura, ma sei sicuro? ma sarà proprio vero? io, per dire, sapevo che una volta c'erano gli gnomi, nel bosco, ma oramai quelli se li sono presi tutti l'agenzia turistica di Bagno di Romagna ... e comunque non lo so se l'etimologia del fosso sia dovuta alla leggenda o solamente al fatto di essere particolarmente impervio e di difficile perlustrazione. Dico.

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