si va a pedalar sui monti del Parco Nazionale
e affinchè la giornata trascorra gaia e lieta
bagnarsi è d'uopo nelle acque dell'Acquacheta".
Partenza da "San Benedetto in Alpe" (FC).
e salita lungo la strada asfaltata che porta al "Passo della Peschiera"
dove incontriamo subito la presenza inquietante di un cartello che non avremmo mai voluto vedere:
increduli, dopo un breve consulto, ci rassegniamo alla triste realtà:
purtroppo da queste parti le biciclette nere da uomo con il carter non possono circolare.
Ehh, lo so, lo so, è triste, ma ce ne faremo una ragione.
Per fortuna le nostre sono biciclette sì da uomo, ma non hanno il carter.
E non sono neppure nere.
Quindi proseguiamo.
Ci abbeveriamo quindi alla "Fonte Secca".
No, non è uno scherzo, si chiama proprio così, con questo simpatico ossimoro che la caratterizza.
dopodichè, una volta arrivati al "Passo della Peschiera" (930 mt. slm), giriamo a SX lungo il sentiero CAI 555, che ainoi si presenta leggermente fangoso
ma noi con nonchalance superiamo dapprima il "Poggio dell'Inferno", poi la "Bocchetta del Vento" ed infine il "Taglio della Regina", fino ad incrociare il sentiero CAI 533 che, seguendolo sulla DX per qualche centinaia di metri, ci accoglie con la "Capanna del Partigiano", da dove si gode una splendida vista panoramica sul "Monte Lavane".
Beh, d'accordo, non oggi.
qui incontriamo alcuni escursionisti a piedi, che gentilmente ci accendono un fuoco ristoratore
beh, si riparte, torniamo su nostri passi e imbocchiamo il sentiero CAI 413
che ci porta fino alla cima del "Monte Lavane" (1.241 mt. slm)
da dove finalmente inizia la discesa
dapprima in mezzo al bosco
poi sullo splendido crinale delle "Balze di Cornacchia" (1087 mt. slm)
fino a giungere ai ruderi de "Il Briganzone" (923 mt slm)
dove poseguiamo lungo il sentiero che porta fino ai "Romiti"
dove provvediamo al lavaggio delle biciclette guadando ripetutamente il ruscello
e giungere all'"Eremo dei Romiti" (734 mt slm)
E poi via di nuovo, lungo il sentiero CAI 407 che costeggia il "Fosso dell'Acquacheta"
ecco la famosa "Cascata dell'Acquacheta" (693 mt. slm)
e poi è tutto un susseguirsi di sali e scendi,
un passaggio veloce nei pressi di "Cà del Rospo" (670 mt slm)
ed arrivo, leggermente infangati, a "San Benedetto in Alpe" (FC),
da dove eravamo partiti in mattinata.
Ahh, bel giro, si.
Ma figuriamoci!
RispondiEliminaLo sanno tutti che non c'è nessun sentiero che unisce il Briganzone alla Capanna del Partigiano.
Ehm, forse si tratta di un raro caso di sentiero a senso unico, che si materializza solo se uno lo percorre nel senso della discesa.
RispondiEliminaMacché, macché. Secondo me avete preso l'autostrada alla capanna del partigiano e siete usciti a Briganzone Est e poi siete arrivati li in macchina, bullandovi di aver trovato questa mitica pista che in realtà è solo una leggenda.
RispondiEliminaMa guarda che è semplicissimo, basta dotarsi di un normalissimo GPS che sia dotato di telepass e rilevatore di bivi, trivi, e quadrivi, e impostarlo su "percorso invernale del tapiro", e senza difficoltà alcuna ti ritroverai a percorrere proprio il sentiero che volevi.
RispondiEliminaFacile no?
Una curiosità... Dove l'avete trovato il cartello di divieto di transito per biciclette nere da uomo col carter? All'imbocco del sentiero?
RispondiEliminaNo, no, no, se l'avessimo trovato all'inizio del sentiero avremmo già fatto fare una raccolta firme per una petizione che ne autorizzasse la rimozione; in realtà si trovava poco fuori dal centro di San Benedetto in Alpe, nei pressi di una stradina pedonale denominata via Crucis "Il Poggio", che mette in comunicazione l'Abbazia Benedettina che è sulla S.P.55 via Acquacheta appena sopra al paese.
RispondiEliminaIn effetti lì dove è stato messo può anche avere un senso, probabilmente quello di evitare di ritrovarsi durante la processione degli indemoniati urlanti su ruote che seminano sgomento fra le vecchiette.