sabato 29 settembre 2012

Io Tuscio, tu Tusci, egli TUSCIA. (1/4)

Oh, allora quest'anno la pedalata cicloturistica di fine estate si è svolta su e giù per le colline della Tuscia, che è la denominazione dell'antica Etruria dopo la fine della dominazione Etrusca.
Si estende dall'alto Lazio, alla Toscana e all'Umbria, e, pur non riuscendo a visitarla tutta, cercheremo di conoscerla meglio.

La partenza del giro è stata fissata strategicamente nelle vicinanze di Viterbo, in un vecchio casolare di campagna adibito a B&B, dove abbiamo parcheggiato l'automobile e l''abbiamo recuperata dopo quattro giorni di scorrazzamento in lungo e in largo per i dintorni.


Prima tappa: Bagnaia
Partenza dal B&B ed arrivo alla vicina Bagnaia, un paesino a pochi km da Viterbo con un piccolo borgo medioevale




e con uno dei giardini più belli d'Italia, la famosa "Villa Lante"



Seconda tappa: Vitorchiano
L'itinerario prosegue quindi verso "Vitorchiano", il paese che poggia sul peperino (intesa come roccia magmatica)



dove una gentile signora ci spiega che lungo questo sentiero sconnesso che risale su un lato del paese, Mario Monicelli girò alcune delle scene del film sulla sgangherata Armata Brancaleone.


Un'altra curiosità del luogo è che qualche anno fa alcuni abitanti dell'Isola di Pasqua vennero invitati  a soggiornare da queste parti, in cambio dell'esecuzione di una scultura eseguita con il peperino, raffigurante in tutto e per tutto un MOAI come quelli della loro isola ...



Ma pensa te.
Comunque si riprende a pedalare.


Terza tappa: Bomarzo 
 

dove ci attende un altro celeberrimo parco, il "Giardino dei Mostri" che ci accoglie con i suoi orrendi personaggi dalle bocche spalancate


ammappela, come dite? fanno davvero impressione?
Non dite che non ve l'avevo detto eh.

  

 Urca che paura, scappa scappa, pedala pedala, ... 
si, ma da che parte andiamo?


Ah, ok, allora è facile, seguiamo 'sta freccia e vediamo 'sta Italia mai vista.
Ma guarda un po' dove siamo capitati, a "Civitella d'Agliano", in effetti non l'avevo mai vista prima.




Quarta tappa: Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio, la Città che muore, come viene chiamata da queste parti a causa dello sgretolarsi del terreno tufaceo su cui è stata costruita, di origini etrusche, è circondata dalla Valle dei calanchi.
Gli abitanti attualmente rimasti sono cinque e l'unico accesso rimasto al paese è un ponte pedonale in cemento armato lungo e stretto che conduce alla Porta di S.Maria.



Quinta tappa: Orvieto

Dobbiamo sbrigarci perché si sta avvicinando il tramonto, e dobbiamo raggiungere Orvieto prima che faccia buio, che, anche se non sembra, è lassù in alto.


 dove dopo una buona cena e un po' di relax davanti al Duomo, andiamo a prenderci il meritato riposo.




Ah,
oggi sono stati percorsi 90,80Km e il dislivello è stato di 1.733mt.
Buonanotte.


2 commenti:

  1. Apperò!
    Ma guarda che bei posticini... E dire che se non c'ero io che t'insegnavo a non mangiare tutti i funghi che ti cresocno nel guardino... eh...
    Come? Che c'entra in questo contesto il ricordo di un episodio micologico di due anni fa? No, beh, in effetti niente, è vero, orami è una lezione che hai imparato, ne son sicuro... eh...
    Quando andiamo a mangiarci un bel fritto di pesce a cesen...a?
    Complimenti per il giro e le foto, sul serio.

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  2. Il problema è che ora i funghi si sono passati la voce,
    e dal momento che non li posso più mangiare, si riproducono a dismisura ed ogni tanto salta fuori anche qualche specie nuova.
    Così, tanto per farmi dispetto.
    Comunque tornando al giro, si, qualche bel posticino sono riuscito a visitarlo, non tutto quello che avrei voluto però.
    Se vuoi ti faccio un elenco di quello che mi manca così puoi pensarci tu e mi fai sapere. In bici però eh, sennò non vale.

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