domenica 14 luglio 2013

Bagno di Romagna - Passo dei Mandrioli - Monte Zuccherodante - Passo Serra - Nasseto

E' un bel pò di tempo che non andiamo a fare lo "Zuccherodante",
eccolo qua in versione extra short, cioè con partenza da Bagno di Romagna,
salita su asfalto fino al Passo dei Mandrioli e così via.

Lasciata la macchina al comodo parcheggio delle terme di Bagno di Romagna,
per guadagnare tempo rispetto al solito tragitto che passa da S.P. in Bagno e sale per la carrabile di Fonteabate,
decidiamo di salire direttamente per la Strada Statale che porta su al passo



e per fortuna oggi siamo partiti presto, così riusciamo ad arrivare in cima al passo prima che inizi la solita sfilata di motociclisti che si divertono a sfrecciare su e giù per i tornanti



verso la fine della salita si incontrano numerose testimonianze di come, un tempo neanche troppo remoto,
la gente venisse quassù a villeggiare e a stare al fresco lontano dalla calura estiva


e una volta giunti in cima al passo, giriamo a SX imboccando il sentiero CAI 00, fresco e ombreggiato, che conduce fino al "Passo Serra"


dove la Pro-Loco ha aggiunto qualche nuovo ostacolo per rendere più emozionante l'escursione,
che carini che sono


e anche questo bosco di felci ... vè che bello,
neanche a Mirabilandia ne hanno uno così,
se lo vede Spielberg ci viene subito subito a girare "Jurassic Park 9"
o è il 10?
mah, è che negli ultimi vent'anni sono andato poco al cinema e ho perso il conto




ed eccoci qua, arrivati al quadrivio dove girando a SX per il sentiero CAI 177 si arriva al "Passo Serra" (1.149 mt. slm)

certo che, se chi piazza i cartelli della "Via Romea" non è sicuro su dove li deve mettere ...
e poi il punto interrogativo non và alla fine della frase?
cos'è 'sta roba moderna di metterlo all'inizio?
mah, sarà un messaggio in codice per i pellegrini che transitano da qua

 

passiamo ossequiosi su alcuni resti dell'antica pavimentazione della via dei Romei fatta di ciottoli






da dove inizia la nostra spettacolare discesa:
la prima parte è veloce, e si snoda tutta in mezzo al bosco





poi si esce allo scoperto, ed il paesaggio diventa improvvisamente lunare












 

fino a sbucare nel famoso acrocoro di "Nasseto" (897 mt. slm)


recentemente restaurato,
tanto che pare quasi  di essere davanti ad un dammuso di Lampedusa, anzichè ad un rifugio ex ristoro per viandanti dell'appennino Tosco-Romagnolo





e da dove inizia la parte finale della nostra discesa, quella più "sassosa"







gli ultimi guadi rinfrescanti


e arrivo al magnifico borgo del "Molino delle Gualchiere"







Visualizza Zucchero Dante in una mappa di dimensioni maggiori

Faraona, agnello e patate al forno.

5 commenti:

  1. Quella specie di osteria... pensione?... con le tre finestre tonde ce l'ho ben presente. Ci faccio caso tutte le volte che passo di li. E mi fa uno strano effetto. No, non per le finestre tonde. Che si, sono un po' strane. Originali, forse, è meglio dire. Ma mi fa un po' effetto, in realtà, perché vedere una struttura adibita al turismo preda dell'abbandono mi ricorda ogni volta quanto il mondo sia caduco e mutevole. Eeeehhhh... devo smettere di andare a dormire tardi la sera che poi son poco lucido.

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  2. E dire che sono anni che ci passo davanti, e sono anni che non posso fare altro che constatare l'avanzato stato di degrado che peggiora a vista d'occhio; non ci sono neppure più i cartelli VENDESI. E poi nel raggio di pochi km. sono almeno tre i locali-ristoranti che con il tempo hanno chiuso, quello poco prima al Nocicchio e quello poco dopo, prima di arrivare al passo, con il risultato che se qualcuno di passaggio si vuole fermare per un ristoro, deve per forza arrivare fino a Badia Prataglia.

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  3. E questo di certo non incoraggia nuovi imprenditori-ristoratori.
    Nonostante ci sia un certo passaggio in quelle zone e nonostante non abbondino i locali ristoro, quelli che c'erano hanno addirittura dovuto chiudere. In certi casi la maledizione imprenditoriale di alcune zone è inspiegabile. A Rimini, sulla superstrada per San Marino, poco dopo l'uscita di Rimini Sud, c'è un ristorante che, da quando per la prima volta è stato aperto come luogo di ristoro, avrà cambiato nome e gestione 6-7 volte e solo una di queste ha avuto un certo successo (La Puraza, che adesso s'è trasferita in un locale più grande sempre sulla superstrada ma un po' più in su). Tutti gli altri gestori hanno sempre faticato tantissimo e chi prima, chi dopo, hanno tutti irrimediabilmente chiuso i battenti. Certo, alcuni non erano proprio all'altezza, ma ricordo una gestione che non era poi così male. Si, non era niente di che, ma comunque nella media dei locali-osterie che affollano il riminese, per altro in una zona in cui non c'era alcuna concorrenza e di gran passaggio perché immediatamente nei pressi dell'uscita autostradale principale per i turisti. Boh, inspiegabile, appunto.
    Quindi no, non rileverei uno di quei locali li al passo. E' inutile che insisti. Dobbiamo trovare un'altra zona. Una zona culinariamente inesplorata. Che ne dici di... mmmm... Senigallia?

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  4. Senigallia?
    Uhm, perchè no,
    mi piacerebbe aprire un localino sul mare nel lato della Banchina di Levante, ti risulta che ci sia posto?

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  5. Si. Mi sembra di si.
    Sapevo di uno che aveva anche una bancarella in piazza in occasione del Caterraduno. Quella manifestazione a cui tu sei andato senza chiedermi nemmeno se volevo venire. Ma vabbé, mica ti porterò rancore. Non ancora per molto, almeno. Qualche anno...
    Comunque, dicevo, uno che aveva una bancarella. Mica avremo paura della concorrenza di uno con la bancarella?

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