lunedì 18 giugno 2012

Campigna - Castagno d'Andrea

Le previsioni mettono caldo afoso, così si decide di andare a pedalare in alto: parcheggio a Campigna, davanti allo "Scoiattolo", dove ci accorgiamo che il gruppo dei pedalatori sarà piuttosto numeroso, con degni rappresentanti giunti da Bologna, più la crème de la crème de la Romagna.



risaliamo la strada asfaltata che porta fino al "Passo della Calla", e una volta arrivati in cima, risaliamo a DX in direzione "Fangacci"


proseguendo poi fino a "Passo Piancancelli" (mt. 1500 slm) e imboccando sulla DX il sentiero CAI 00-301 che scende verso "Pian delle Fontanelle"

all'inizio è leggera salita

poi ci si prepara indossando le adeguate protezioni per praticare la "discesa sicura"
ad un certo punto sulla SX, c'è una deviazione che porta al "Rifugio Fontanelle"



dove abbiamo assistito ad un corso gratuito da parte di Malestro, su come si salta un muro a secco con la bici



arrivati al "Rifugio le Fontanelle", abbandoniamo il Pietro che ritroveremo più avanti, e proseguiamo a SX in direzione "Tre Faggi", affrontando un tratto iniziale con bici in spalla a causa di un disboscamento feroce



subito dopo però imbocchiamo sulla SX l'immancabile deviazione panoramica per le "Balze delle Rondinaie"


e per controllare se "ilsassochesfidaevincelaforzadigravità" è ancora al suo posto,
tranquilli, c'è, si può proseguire


ritorniamo sui nostri passi e continuiamo lungo il sentiero CAI 00



fino ad incontrare la forestale, e proseguendo a SX fino ad arrivare all'altro punto panoramico "Giogo di Castagno"  (mt. 1082 slm)


da dove parte sulla SX il sentiero CAI 14 che porta giù giù giù ...

le ultime raccomandazioni prima di affrontare l'impegnativa discesa, Malestro sembra dirci ... "non fate il salto più lungo della ruota", o qualcosa del genere ...


ma appena partiti lungo la discesa, ci appaiono subito diversi elementi degni d'interesse



ancora storditi per gli incontri ravvicinati di quel tipo, o forse sarebbe meglio dire di quella tipa, proseguiamo, affrontando ognuno secondo la propria sensibilità, gli ostacoli che il destino ci ha preparato



poi deviazione sul sentiero CAI 14A


sempre più difficile, ma questo distinto signore che salta elegantemente in giacca e cravatta?
Poi che non si dica che ci difetta la forma eh!


anche oggi non è mancato un vasto campionario di capriole



ed eccoci arrivati in fondo alla vallata, prima eravamo lassù eh!




e mò sò cavoli nostri, siamo arrivati alla ridente località di "Castagno d'Andrea" (mt. 725 slm) e adesso dobbiamo risalire fino a quota 1500 sotto sto pòpò di sole
lasciamo a malincuore l'allegra compagnia dei pedalatori che ci ha accompagnato fino a qui,
per riguadagnare velocemente quota e ridurre il tempo che si frappone fra noi e le tagliatelle




non so se la foto rende l'idea della salita assolata, ma faceva caldo, molto caldo, e quello là davanti è il "Monte Falterona"


la prima tappa lungo la salita, la "Fonte del Borbotto" (mt. 1200 slm), e per fortuna da qui in poi, dopo avere rinfrescato la testolina, la salita procede all'ombra in mezzo al bosco





superiamo nell'ordine "Passo Piancancelli", i "Fangacci" e scendiamo lungo il sentiero CAI 253 fino al "Ponticino" e poi a DX lungo il sentiero natura fino a Campigna dove recuperiamo l'auto e ci fiondiamo al Poderone.
La Lorenzina ci aspetta assieme al Pietro sulla porta, dicendo:
"E voi che volete a quest'ora? Mangiare? No eh! :-)"




un uomo distrutto, non si capisce bene se dal giro o dalle tagliatelle, o forse dal pensiero che il resto della band, alla fine del giro, non sarebbe passato a recuperarlo




sto profilo mi ricorda qualche cosa, ma non ricordo bene cosa ... ah, si, quelle due cose intraviste lungo la discesa del sentiero 14.
Si.

2 commenti:

  1. Ma perché quando scendo io dai monti incontro sempre uomini barbuti e puzzolenti, con la sudata che dall'ascella arriva all'anca e che salutano sputandosi nelle mani?

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  2. Ma guarda che in realtà non abbiamo incontrato nessuno neppure noi, è stato un coso lì, come si chiama ... un miraggio.
    E' un "miraggio nel bosco", che si differenzia dal più comune "miraggio nel deserto" solo perchè c'è qualche albero in più e la rifrazione della luce ne risente e crea soggetti diversi.
    Comunque si tratta di un fenomeno ottico naturale, facilmente spiegabile con la formula sen(X)=n/N, dove, se sen è uguale a 2, viene meglio.

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