Poco prima di arrivare a Strada San Zeno (FC) venendo da Forlì, sulla sinistra c'è questa casa di caccia, chiamata "PODERE BUSCA".
Ecco, il giro di oggi parte ed arriva proprio lì.
La giornata è calda e il cielo leggermente coperto, l'ideale per pedalare, e infatti, nel giro di mezz'ora ci ritroviamo un centinaio di biciclette scalpitanti che attendono di partire.
Le possibilità sono due, e la maggior parte dei partecipanti decide di intraprendere il percorso crosscountry;
quella che segue, invece, è la cronaca dell'altro itinerario, quello all-mountain.
OK, si parte, e la prima salita si arrampica sul Monte Martellino che si trova subito sopra alla casa di caccia, fino a raggiungere i pratoni dove avviene la prima rigorosa selezione:
quella fra chi intende pedalare e chi invece preferisce spingere.
Spiego meglio per chi non è pratico di salite in MTB:
si tratta sempre di spingere qualche cosa:
c'è chi preferisce farlo con le gambe spingendo sui pedali,
c'è chi preferisce farlo con le braccia spingendo sul manubrio.
Sono due stili diversi facenti parte della stessa disciplina sportiva, che però portano entrambi allo stesso risultato, quello di giungere fino alla carraia in cima al monte, la quale, percorsa verso DX, ci porta alla Strada Provinciale 24 nei pressi del Passo delle Forche.
Si segue per un pò la strada asfaltata in direzione Galeata, fino a girare a DX sulla carraia delimitata da una sbarra, il Sentiero degli Alpini, sentiero CAI 301
Dapprima si tratta di una strada carrabile, poi ad un certo punto si imbocca a DX un single track che ci porta su fino al Monte Spino.
Dopo esserci ricompattati, ci dirigiamo a SX lungo il sentiero
Per esempio, qui sotto, si può ammirare uno splendido esempio ti Ponte Tibetano in piena regola.
- Come dite?
- Non è tibetano? Mancano le funi?
- Vabbè, è un Ponte Tibetano moderno, senza le funi, se non siete pratici di Ponti Tibetani ditelo, che non stò qua a perdere tempo ...
Comunque pedalando pedalanndo, si arriva ad incrociare il sentiero R7, il quale ci porta fino alla "Collinaccia"
dove ci aspetta un accogliente ristoro, allestito nell'area attrezzata che si trova poco prima del Monumento a ricordo dell'VIII Brigata Garibaldi.
Qui ritroviamo la numerosa comitiva dei crosscauntristi o come cavolo si scrive, che erano partiti assieme a noi
Ma le nostre strade si dividono di nuovo, perchè sta per iniziare la prima delle nostre discese, quella che ci porterà a scendere nel versante di Galeata, in un bel sentiero che tecnicamente nel gergo della MTB si definisce "sgarruppato" (il n°4), e che sbuca poco sopra alla Trattoria La Pettola.
Finita la discesa, si risale subito per la strada che parte proprio a fianco della trattoria
fino ad incrociare di nuovo il sentiero CAI 301 nei pressi dei ruderi di questa casa
dove girando a SX, si continua a salire per lo stradello fino al ristoro di prima
Dopodichè ... via con la seconda discesa, percorrendo dapprima il tratto di collegamento percorso all'andata, e poi il divertente sentiero che si snoda in mezzo alla pineta, con i passaggi preparati meticolosamente dagli organizzatori.
Bravi.
Oh.
E ora finalmente ... si mangia!
Che dire, organizzazione impeccabile, con tanto di antipasto caldo servito direttamente all'arrivo nel parcheggio.
E queste sotto sono le tavolate imbandite.
Quelli in basso a destra sono gli "Insensati", un goliardico coreografico gruppo di amanti trasversali della MTB, seduti proprio di fianco a noi, impegnati nell'ambiziosa raccolta dell'alluminio per la costruzione di un telaio TREK.
O almeno questa era la scusa ufficiale per trangugiarsi tutte le lattine di birra che l'organizzazione metteva a disposizione.
Certo, non si può però certo dire che noi non si abbia collaborato alla giusta causa.
ed ecco il particolare del telaio della futura bicicletta, allo stato grezzo:
e poi chi lo sa, magari anche il telaio della mia Scratch è nato in questo modo ...
Vabbè, un ringraziamento, in particolare a tutti, e soprattutto a chi ha lavorato per preparare il sentiero,
ed ai Cinghialisti per la squisita ospitalità, nonchè all'allegra compagnia.
Alla prossima.
Visualizza San Zeno in una mappa di dimensioni maggiori
Ah, Strada San Zeno. Quanti ricordi!
RispondiEliminaIn occasione della prima uscita a trekking con i miei amichetti, nel lontano 2004, concludemmo la settimana di scarpinate a premilcuore e scendemmo la sera in corriera a strada san zeno per elemosinare un po' di cinghiale preparato dalle sapienti manone della squadra cinghialisti dell'alto rabbi. Poi tornammo sempre in corriera al campeggio di premilcuore e ce lo sbafammo sotto al portico del bungalow affittato per la nottata. Condito da circa un litro di vino rosso. A testa.
Beh, se siamo ragazzi che hanno molta testa, d'altronde...
Ecco, se invece di andare su e giù in corriera, a uo tempo aveste usato delle biciclette, si insomma ... certo che portare un cinghiale in bicicletta da strada san zeno a premilcuore ... vabbè, neanche i cinghialisti che sanno come trattarli avrebbero osato tanto.
RispondiEliminaVedi? E' che avete un sacco di pregiudizi sui cinghiali.
RispondiEliminaInnanzi tutto, ogni cinghiale è diverso dall'altro. E non è che uno perché è un cinghiale allora gli si può dire che ha un brutto carattere. O che non nasconda un po' di sensibilità e delicatezza sotto quella scorza pelosa e dietro quei canini pronunciati.
Per esempio, dicevi della bici no? Portarci sopra un cinghiale mica ci vuole granché. Magari un po' per il peso. Ma se davanti alla bici metti un bel cestino di vimini con decorazioni a fiorellini, il cinghiale si fa subito sospiroso e si mette buono a guardare il tramonto con l'occhio lucido. Monta anche tu un cestino di vimini decorato a fiorellini al manubrio della tua MTB. Fai sospirare un cinghiale anche tu.
Ah, beh, se proprio vuoi lo monto anch'io il cestino di vimini decorato a fiorellini nella mia MTB, che fa molto stile Olandese, tanto che pare di essere a passeggio per i canali di Amsterdam, e ...
RispondiEliminama in effetti, ora che ci penso, quando pedalavo da quelle parti, lassù in terra Batava, avevo come l'impressione di avere un cinghiale sospiroso che mi guardava languido, ma credevo che fosse a causa del fumo passivo locale. Evidentemente mi sbagliavo.