Giro corto, ma impegnativo, con diversi tratti al limite dalla pedalabilità,
con alcuni tratti per gli amanti dello "spinging".
No, lo spinging non è la versione all'aperto dello spinning,
e neanche quella posizione estrema del kamasutra a cui qualcuno potrebbe pensare.
Comunque partenza dal paese, e salita per la strada che porta al rifugio dei Fangacci risalendo il "Fosso di Fiume d'Isola"
finchè, giunti in prossimità dell'"Aia di Guerrino" (1223 mt. slm), imbocchiamo sulla DX il sentiero CAI 00
seguiamo le indicazioni verso il "Monte Penna" (1331 mt slm) imboccando a SX il sentiero CAI 225, da dove si può ammirare uno dei più bei panorami dell'Appennino Tosco Romagnolo.
Questo è il Lago di Ridracoli, per dire.
Poi si ritorna indietro per il sentiero da cui si era venuti
fino a riprendere lo 00, girando a SX e dirigendosi verso il "Passo della Crocina" (1380 mt. slm)
ed eccoci arrivati in cima, tira un bel vento sopra agli alberi e noi ci prepariamo per la discesa, veloce e divertente
ad un certo punto della discesa, ci troviamo di fronte alla deviazione che porta alla
"Buca delle Fate" (1195 mt slm)
e tutti a cercare sta buca ...
vabbè, si riprende la discesa
giriamo a DX per il sentiero che ci porterà fino in prossimità del Ristorante il Capanno
fino ad arrivare lì, proprio lì, da dove eravamo partiti.
Va' va' va', che bella amanita!
RispondiEliminaIncredibile, con sta secca.
Quindi avete fatto badia prataglia-monte penna-stonhenge-passo della crocina e ritorno? Alla faccia del giro corto!
Ma si può passare in MTB sui menhir? Sapevo che a piedi ti sparano, ma forse in bici è diverso. Del resto voi siete una specie di società segreta che invita i giovani adepti a gettarsi nei dirupi protetti solo da un caschetto e i calzini lunghi. Chi sopravvive è ammesso e chi no, beh, già, non è ammesso. Io sono sopravvissuto, ma anziché unirmi alla vostra setta ho votato la mia vita a rivelare i vostri segreti al... e... belli quei tortelli, li. Come si chiama il posto che li fa?
Ma dici Stonhenge (FC)?
RispondiEliminaAh, non sapevo si chiamasse così quella amena località in mezzo al bosco con tutti quei pietroni; a dire il vero un pò il dubbio mi era venuto, vedendo aggirarsi tutt'attorno quei druidi con i falcetti in mano, alla ricerca del vischio, poi però avevo dato la colpa all'amanita.
Che tra l'altro abbiamo usato come ripieno per i tortelli.
Ti ci porterò un giorno a mangiarli, è un posto piuttosto nascosto, alle pendici del Monte Comero.