"... non è un gruppo di isole, bensì un'unica isola scoscesa di una magnificenza selvaggia.
Le pareti gelate e i ghiacciai scendono a picco fino alla superficie del mare: un'imponente terra di nevi perenni.
Eccola, l'isola di Bouvet, cercata invano da tre spedizioni, scomparsa da settantacinque anni."
Le pareti gelate e i ghiacciai scendono a picco fino alla superficie del mare: un'imponente terra di nevi perenni.
Eccola, l'isola di Bouvet, cercata invano da tre spedizioni, scomparsa da settantacinque anni."
Decima Isola:
"Bouvet" (Norvegia)
Norvegese - Bouvetøya
54° 25'S
3° 21'E
Superficie: 49 Kmq
Popolazione: Disabitata
wikipedia: Isola Bouvet
Nel sud dell'Oceano Atlantico, a sud-ovest del Capo di Buona Speranza, c'è un'isola vulcanica, Norvegese.
Un pezzo di ghiaccio senza porti nè approdi, che risulta essere la terra emersa più lontana da qualsiasi insediamento umano.
E' disabitata, ma non priva di vita, foche, pinguini e uccelli marini scorrazzano liberamente, mentre la vegetazione non va oltre a muschi e licheni.
Un pezzo di ghiaccio senza porti nè approdi, che risulta essere la terra emersa più lontana da qualsiasi insediamento umano.
E' disabitata, ma non priva di vita, foche, pinguini e uccelli marini scorrazzano liberamente, mentre la vegetazione non va oltre a muschi e licheni.
L'isola Bouvet venne scoperta il 1º gennaio 1739 da Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier,
che comandava le navi francesi Aigle e Marie. La posizione
dell'isola non venne determinata con precisione e Bouvet non
circumnavigò la sua scoperta, così rimase incerto se si trattasse di
un'isola o di parte di un continente. Egli battezzò il promontorio
avvistato "cape de la Circoncision" e riferì che si trattava del primo
lembo di terra del continente meridionale (Antartide). Essendo però
quasi sempre coperta dai ghiacci e spesso celata da dense cortine di
nebbia, l'isola non fu più avvistata da altre navi, o addirittura
scambiata per l'enorme lastrone di un iceberg; da lì a poco fu
catalogata come isola fantasma.
L'isola non venne riavvistata fino al 1808, quando venne individuata da un tale Lindsay, che era il capitano di una baleniera che, anche se non vi sbarcò, fu il primo a determinare correttamente la posizione dell'isola e la battezzò "Lindsay Island".
Nel 1825, un certo Capitano Norris sbarcò sull'isola, battezzandola "Liverpool Island" e reclamandola per la Corona Britannica.
La prima permanenza prolungata sull'isola si ebbe nel 1927,
quando un equipaggio norvegese vi rimase per circa un mese; questa fu
la base per la rivendicazione territoriale da parte della Norvegia il 1º
dicembre 1927, che chiamò l'isola "Bouvetøya" (isola Bouvet in
norvegese).
Il Regno Unito cedette le sue pretese in favore della Norvegia l'anno successivo e l'annessione alla Norvegia avvenne il 23 gennaio 1928.
Due anni dopo il 27 febbraio 1930 divenne una dipendenza territoriale norvegese.
Da allora, l'isola è rimasta in controllo norvegese e talvolta viene usata a scopo scientifico per il monitoraggio della migrazione delle balene.
Nel 1964 la rompighiaccio della Royal Navy HMS Protector, durante un'esplorazione per documentare una nuova formazione creatasi 10 anni prima durante un'eruzione vulcanica, trovò una scialuppa abbandonata in un lago ghiacciato sull'isola, con a bordo ancora varie forniture; tuttavia, i passeggeri della barca non sono mai stati trovati e la loro identità è ancora sconosciuta.
Il fatto che l'isola sia praticamente inaccessibile per quasi tutto l'anno e che approdarvi sia pressochè impossibile, unito al fatto che non esistano rotte commerciali che incrocino da quelle parti, contribuisce a rendere particolarmente misterioso questo ritrovamento.
Nel 1971, l'Isola Bouvet e le sue acque territoriali adiacenti sono state designate riserva naturale.
Da quest’anno è di nuovo operativa la stazione di ricerca, completamente rinnovata dopo che la furia del mare aveva distrutto la precedente negli anni scorsi, facendo temere un totale abbandono da parte dell’Istituto Norvegese di ricerche polari.
Certo, un po' lontanina dalla Norvegia quest'isoletta. Facile così. Allora io reclamo come italiana la Nuova Zelanda, tiè.
RispondiEliminaAh ma si può fare, basta che dimostri che l'equipaggio a bordo del pedalò che fece la prima traversata Rimini-Nuova Zelanda era capitanata dal tuo bis-bis-bis-bisnonno.
RispondiEliminaMa infatti lo era. Arrivò a Gabicce, che non è proprio proprio Nuova Zelanda centro, però poi si fa un referendum e si annette tutto alla provincia di Rimini.
RispondiEliminaBeh, il giorno che diventerai monarca assoluto di Nuova Zelanda ricordati dei tuoi amici. Io ad esempio gradirei un atollo da amministrare.
RispondiEliminaBeh, il giorno che diventerai monarca assoluto di Nuova Zelanda ricordati dei tuoi amici. Io ad esempio gradirei un atollo da amministrare.
RispondiEliminaSo che non centra con il post in questione, ma mi complimento con il padrone di casa per i post sulle scorribande in mtb ed in generale per il blog tutto. Credo di aver incontrato la tua banda una decina di giorni fa, prima al Cancellino e poi giù alla Lama all'ora di pranzo. Io ero quello solitario con un frontino Cube ed alla Lama ho avuto il piacere di ascoltare i vostri consigli su itinerari e percorsi elargiti ad una coppia di Parma che s'era fermata a desinare assieme a me. Devo dire che il blog è una bella fonte di ispirazione. Saluto ossequiosamente.
RispondiEliminaMi fa piacere che nonostante l'approccio semiserio dei post sulla mtb, il blog funga, se non altro, da stimolo per escursioni nuove. Ultimamente, come avrai visto, i post sui nuovi itinerari nell'Appennino tosco-romagnolo si sono fatti inevitabilmente sempre piú rari, questo per evitare troppi "doppioni", ma non mancheremo di fare qualche aggiornamento ogni tanto.
EliminaNaturalmente noi continuiamo a scorrazzare lungo i sentieri, e la comitiva che hai incontrato al Cancellino e alla Lama eravamo proprio noi (anche se io occasionalmente non ero presente), ... magari se ricapita che ci incrociamo da qualche parte, palesati cosi ci conosciamo.
Grazie.
Attendo dunque con ansia qualche aggiornamento. Non che l'argomento Atlante non sia interessante (bellissima la storia di St. Kilda, che già in parte conoscevo) ma effettivamente preferisco i post a tema mtb di cui adoro proprio l'approccio semiserio. Nel frattempo, se ci si dovesse incontrare, mi paleserò senz'altro.
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